Ci sono notizie confortanti per quanto riguarda la questione del portabiciclette per auto. Il nuovo Codice della Strada era andato verso una norma che prevedeva la necessità di omologazione presso la Motorizzazione e il divieto di fuoriuscire dalla sagoma dell’auto. In pratica oneri burocratici ed economici e la sostanziale impossibilità di trasportare biciclette, visto che praticamente qualsiasi bici fuoriesce dalla sagoma di (quasi) qualsiasi autoveicolo circolante.
Una soluzione che mortificava gli utenti e spiazzava anche i produttori di portabiciclette posteriori.
Il Ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, in un intervento in Parlamento ha chiarito la situazione facendo rientrare le preoccupazioni.
Nessun bisogno di omologazione alla Motorizzazione (ma resta l’obbligo, in caso di controllo, di poter produrre i documenti sull’omologazione del portabiciclette) e possibilità di far fuoriuscire la bicicletta entro i 30 centimetri per lato del veicolo.

In pratica, insomma, si conferma lo stato attuale senza rischi di spendere soldi inutilmente per certificare ciò che, in definitiva, è già stato omologato in fase di immissione sul mercato.
Qui, ovviamente, il riferimento è su quanto venduto regolarmente in Italia. Occorre avere cura che, al momento dell’acquisto, vengano forniti i documenti che certificano l’omologazione per il territorio europeo e italiano.
Attenzione, quindi, agli acquisti fatti online da produttori (o rivenditori) che non diano garanzie chiare al riguardo, un eventuale risparmio importante può trasformarsi in una multa salata.
A parte le raccomandazioni logiche, insomma, la bella notizia è che la quasi totalità dei portabici che fino a poco fa erano considerati illegali, tornano a essere regolari. Come nel resto d’Europa d’altra parte, gli Italiani sarebbero stati gli unici a subire una vessazione in più. (GPR)
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