29 mag 2017 – C’è un corridore di cui si è parlato poco ma è lì, dentro i dieci della classifica finale del Giro d’Italia 2017 a pieno merito e dopo una corsa disputata con regolarità e tenacia. Domenico Pozzovivo è stato l’Italiano più in forma e interessante dopo Vincenzo Nibali a questo Giro d’Italia, ma se per il siciliano si è parlato tantissimo visto che era tra i favoriti della vigilia, di Pozzovivo si è detto decisamente poco.
Vale la pena recuperare, per dovere di informazione ma anche per riconoscere i giusti meriti a un corridore che è andato fortissimo.
Pozzovivo è lo scalatore che quando la strada sale si alza in piedi sui pedali e ti mette in crisi col ritmo e lo scatto giusto. La sua “anzianità di servizio” ormai gli ha dato quell’esperienza per saper piazzare il colpo di pedale giusto e non sprecare. Ci ha provato in tanti modi a vincere la tappa. Anche sabato, cercando di anticipare lo sprint che ha visto Pinot vittorioso (anche lui meritatamente).
Pozzovivo non è bello da vedersi in bicicletta. Ne avevamo parlato già lo scorso anno osservando come si trovi a pedalare sempre in punta di sella anche quando non è a tutta. È proprio la sua posizione così… insolita, come se avesse rubato la bicicletta al fratello maggiore, lui piccolino col telaio di due misure in più cui stare aggrappato in qualche modo. Però lui ci riesce bene e anche se pedala scomposto è dannatamente efficace e micidiale.
>>> La posizione di Pozzovivo in bicicletta
Ci viene da chiedere che margini di miglioramento avrebbe Pozzovivo se si riuscisse a correggere la sua posizione. Se lo osservate pedalare da davanti provate a fissare lo sguardo sulle sue ginocchia: se l’optimum è tenere il ginocchio in linea, lui fa esattamente l’opposto muovendolo in tutte le direzioni. Gli esperti dicono che così, nel migliore dei casi, si buttano via un sacco di energie. Nel peggiore dovrebbe aver male dappertutto. Ma il corpo umano è anche una splendida macchina in grado di adattarsi a tutto e la posizione di Pozzovivo non nasce in questi anni dove avranno pure provato a ottimizzare la posizione. Ma forse, chissà, si potrebbe fare di più. E magari trovarci con un campione ancora più forte.
GR