di Maurizio Coccia
Quella bassa sulle due “code”, quella alta sulla tratta “alto-centrale” e infine quella intermedia sui manicotti dei comandi cambio: sì, certo, sono tre le impugnature possibili su una curva, manubrio.
In realtà, se guardate le corse professionistiche, vi accorgerete che la maggior parte del tempo di corsa i prof la trascorrono tenendo le mani in una una quarta – e “non convenzionale” – tipologia di presa, che per riassumere potremmo definire a metà strada tra la presa alta e quella intermedia sui manicotti: sì, perché per avere la maggiore ergonomia possibile nei tratti in cui non si va a tutta o nei frangenti di relativa calma, i corridori impugnano spesso la curva nella porzione che precede di qualche centimetro i comandi cambio, ovvero la tratta in cui l’andamento rettilineo della presa alto centrale inizia curvare per effettuare la transizione verso le due “code” basse.
La realtà dei fatti è che con il passar del tempo i corridori hanno utilizzato sempre di più questa impugnatura, rivelatasi ergonomicamente efficace anche in alcuni momenti “caldi” di corsa; sì, perché in abbinamento alla superficie di appoggio offerta dagli stessi manicotti dei comandi cambio, questa presa genera una discreta superficie di appoggio per avere sia il comfort, sia una presa stabile e funzionale nelle fasi cruciali di gara, quelle in cui bisogna guardare contemporaneamente all’ergonomia e alla prestazione.
Da questo dato di fatto è partita Pro nel momento di progettare la nuova curva manubrio integrata Vibe Evo che viene presentata ufficialmente oggi, ma che ha già vinto in corsa grazie alla Deceunink-Quick Step e a Fabio Jakobsen, che con questo “integrato” è arrivato al successo già due volte, tornando ad assaporare sul gusto della vittoria dopo il terribile incidente del 2020 al Giro di Polonia.
Vibe Evo esalta il concetto di integrazione, dai manubri integrati eredita il meglio che questa categoria di componenti riesce ad offrire (rigidità, leggerezza complessiva, design accattivante), ma a questo aggiunge una forma nuova, esclusiva e peculiare, che appunto propone un design che in un certo senso codifica quella che negli ultimi anni è diventata una modalità di afferrare sul manubrio molto utilizzata dal corridore moderno.
Il produttore Pro parla appunto di “corner grip”, appunto “presa sull’angolo” e tra l’altro questa nuova possibilità è corredata da un particolare altrettanto inedito su questo tipo di componente: ci riferiamo alle due cover in silicone presenti nella faccia superiore delle due tratte intermedie, pensate per assolvere al compito che fino a ieri su componenti di questo tipo era assolto dal nastro manubrio: no, sulla Vibe Evo la posa del nastro termina sui comandi cambio, lasciando la porzione superiore completamente nuda e rendendo il componente ancora più aerodinamico, ancora più snello e nel complesso anche più leggero.
La scheda tecnica
- Materiale: carbonio T700
- Costruzione: monoscocca
- Diametro connessione cannotto forcella: 1.1/4″ (con riduttore per 1.1/8″); disponibile riduttore eccentrico per cannotti da 1.1/8″ per personalizzare l’inclinazione di +/2°
- Misure disponibili: 9 in tutto, con larghezza 38, 40, 42 cm (misurati agli estremi della porzione alta; rispettiva misura sulle estremità basse: 40.5, 42.5, 44,5 cm) e lunghezza della porzione dell’attacco da 105, 115 e 125 mm
- Peso dichiarato: 390 grammi (38×105 mm)
- Note: predisposizione integrata pulsanti “satellite” Shimano di gestione della trasmissione; predisposto per portaciclocomputer.
Prezzo indicativo al pubblico: 599 euro
Ulteriori informazioni: www.pro-bikegear.com
27 lug 2021 – Riproduzione riservata – Redazione Cyclinside