Si torna a parlare di gare ciclistiche e di influenza dei mezzi al seguito nel loro svolgimento. Il professor Bert Blocken dell’Università di Tecnologia di Eindhoven e dell’Università di Tecnologia di Lovanio sta portando avanti una serie di studi sull’influenza aerodinamica dei mezzi al seguito delle gare ciclistiche al fine di determinare quanto questi possano influire, dal punto di vista della penetrazione all’aria, sui corridori.
Non solo. Abbiamo visto, in passato come i suoi studi abbiano evidenziato come anche un’influenza dei mezzi al seguito, ad esempio durante una gara contro il tempo, in caso di eccessiva vicinanza al ciclista. Studi che il professor Blocken effetta in galleria del vento e che portano sempre a risultati interessanti, a volte curiosi, ma di cui è opportuno tenere conto.
L’ultimo studio del professor Blocken parla di un vantaggio di scia che, in realtà, abbiamo sempre saputo. Stavolta però viene quantificato e “visualizzato” come non si era mai fatto.
Dalla storia alla tecnologia
I racconti del ciclismo parlano anche delle moto. La fuga di quel corridore che in un attimo ha guadagnato un minuto nella gara importante, dopo che sono passati a fargli le foto tutti… e la moto tv. Un rientro formidabile su una fuga in una classica. Se si cerca negli annali storici del ciclismo ci sono racconti e anche qualche nome. Storie che si intrecciano con l’avventura e diventano avventura esse stesse, come i tentativi di sabotaggio del ciclismo più o meno eroico che hanno portato a scrivere libri e racconti comunque affascinanti. È ciclismo anche questo?
Pare di sì, ma vale pure la pena mettere le cose in chiaro per quanto possibile anche dal punto di vista tecnico.
Una motocicletta che passa vicino ai corridori, in velocità, con la sua stazza ben maggiore rispetto a un qualsiasi ciclista, un’influenza aerodinamica ce la mette. Ecco da dove sono partiti gli studi di Blocken ed ecco come li racconta il sito dell’università di Eindhoven.
Con simulazioni al computer e misurazioni in galleria del vento, il professor Bert Blocken, insieme alla società di software ANSYS, ha tracciato una linea di sviluppo. Il suo studio dimostra che una motocicletta a 30 metri dal ciclista riduce la resistenza dell’aria del 12 per cento. Per un corridore significa un guadagno di 2,6 secondi al minuto (a velocità superiori ai 50 km/h).
Nelle gare, mette in evidenza Blocken, le moto rimangono per parecchi minuti a una distanza entro i 20-30 metri dai ciclisti. e per periodi più brevi anche a pochissimi metri. «Un corridore che sta per 10 secondi a 2 metri e mezzo da una moto ha già guadagnato oltre due secondi».
"Motoren kunnen de uitkomst van wielerwedstrijden beïnvloeden," aldus @BertBlocken. Een wielrenner 🚲 die 10 seconden lang op 2,5 m achter een motor 🏍️ rijdt, heeft al een tijdswinst van meer dan 2 seconden.#windtunnel #aerodynamica #wielrennenhttps://t.co/FRsiw2ozbA pic.twitter.com/lvPXXov2kX
— TU Eindhoven (@TUeindhoven) June 27, 2019
Determinare il vantaggio (o lo svantaggio)
Blocken ha lavorato su due fronti per determinare l’influenza delle motociclette sui ciclisti: è partito dalle simulazioni computerizzate per poi trasferirsi in galleria del vento.
Da qui ha potuto affermare che “un ciclista che si trova ad una distanza di circa 2,5 metri da un motociclista sperimenta fino al 48 per cento in meno di resistenza aerodinamica. Se un ciclista senza moto davanti viaggia a una velocità prossima ai 54 km/h, un ciclista con una moto a 2,5 metri di distanza andrà a una velocità di circa 67 km/h. Ciò si traduce in un risparmio di tempo di 14,1 secondi al minuto. Questo vantaggio diminuisce all’aumentare della distanza tra ciclista e moto, ma a 50 metri la riduzione è ancora del 7 per cento. Ciò rappresenta un risparmio di tempo di 1,4 secondi al minuto ad una velocità di riferimento di 54 km/h. A velocità di riferimento superiori a 54 km/h, il guadagno di tempo aumenta ulteriormente”.
Dopo i primi calcoli fatti con i software di simulazione Blocken si è trasferito in galleria del vento perché riteneva eccessivo il vantaggio proveniente dal simulatore. “Abbiamo, però, ritrovato sempre gli stessi risultati” ha affermato.
E sono risultati che devono far riflettere necessariamente. Basti pensare a quante corse si sono risolte per pochi secondi, all’economia di una corsa a tappe, l’assegnazione di una maglia o, semplicemente, l’arrivo di una fuga.
Anche solo per quel che abbiamo visto fino a questo punto della stagione potremmo avere tanto da raccontare.
"Motorcycles can influence the outcome of professional cycling races," says @BertBlocken. For a rider 🚲 cycling for 10 seconds at 2.5 meters behind a motorcycle 🏍️, this gain can exceed 2 seconds.#windtunnel #aerodynamics #cyclinghttps://t.co/BwJacnZOvg pic.twitter.com/Q2i2TtVine
— TU Eindhoven (@TUeindhoven) June 27, 2019
Guido P. Rubino