In questi giorni al Museo del Ciclismo Madonna del Ghisallo c’è un gran via vai di gente. Molti stranieri che si aggirano tra le biciclette storiche, le maglie e i cimeli dei grandi campioni. Chi arriva in bicicletta sudato, chi dal parcheggio. Ci sono diversi giovani, anche stranieri. Bello notarlo perché il Museo del Ghisallo è meta ambita per chi viene da lontano a volte più per chi viene da vicino.
Così, tra i tanti, arrivano due ragazzi. Lui con una maglietta chiara, mostra alla compagna il ciclismo di cui è evidentemente appassionato, pagano rapidamente il biglietto in mezzo a tanti altri e si immergono nella storia del ciclismo e della bicicletta raccontata con invenzioni italiane, guardano le immagini dei campioni che ispirano.
Stanno dentro un po’ poi escono. Dopo un po’ lui ritorna, ha in mano una maglia rosa ed è quasi imbarazzato.
«È a quel punto che l’ho guardato meglio – ci ha raccontato Carola Gentilini, direttrice del Museo, che era lì a dare una mano – e mi sono resa conto che non era solo un appassionato, era proprio Jay Hindley, il freschissimo vincitore del Giro d’Italia. Un colpo per noi, ma sembrava più emozionato lui di noi.
«Era stato qui al museo già nel 2015 – continua Gentilini – ed era rimasto colpito dalla collezione di maglie rosa (unica al mondo, ndr), quindi ha pensato di donare la sua che ci ha firmato al volo, davanti ai nostri occhi».
Una sorpresa, e l’entusiasmo che sale anche dei visitatori che riconoscono il campione cercano una foto con lui, un autografo. È venuto di proposito fin quassù per godersi qualche giorno di relax in Italia, prima di ripartire. Hindley parla un po’ di italiano, ringrazia. Si mostra felice di scambiare qualche parole anche con Antonio Molteni, presidente del Museo e quel giorno, sfortunatamente, assente. Carola Gentilini organizza una video chiamata che diventa un bel premio per chi, al ciclismo prima e al museo ora, sta dedicando una vita.
Poi vanno via.
«Gli abbiamo regalato il libro del museo – prosegue la direttrice – e pensate che abbiamo dovuto insistere perché voleva pagarlo».
Il ciclismo che ci piace è fatto anche di queste cose. E se passate in cima al Ghisallo regalatevi una visita al museo. Oltre alle bici, date anche un’occhiata ai visitatori. Magari potreste riconoscerne qualcuno.
2 giu 2022 – Riproduzione riservata – Cyclinside (GPR)