Gentile direttore,
ho un senso di frustrazione ogni volta che, da ciclista, vedo sfrecciare i rider dei vari servizi di consegna in barba a qualsiasi regola di sicurezza. Io, che mi muovo a Roma in e-bike senza alcuna modifica e con grande soddisfazione, mi sento un’eccezione nel rispettare le regole.
Antonio R, da Roma
Caro Antonio, come darle torto? Vero che la sicurezza dei ciclisti in città è compromessa da veicoli a motore pesanti, ingombranti e guidati malamente, ma le biciclette dei rider, nella maggior parte dei casi, non sono tali. E finiamo per prendercene la colpa anche noi.
Avevo già segnalato, in un editoriale, la situazione di troppe biciclette che biciclette non sono, ma si finisce con l’allargare le braccia e pazienza così. Invito a leggerlo qui sotto per non ripetere cose già scritte. È sempre più attuale.
La fotografia di apertura l’ho scattata io stesso alla Stazione Centrale di Milano, qualche giorno fa. Il rider che ho ripreso utilizza un mezzo senza nemmeno più la catena. In fondo ha una sua coerenza: su quei mezzi, già da troppo tempo, i pedali servono solo per appoggiare i piedi.
Se volete dire la vostra, scriveteci su questa pagina
Per favore, non chiamateli ciclisti e non chiamatele biciclette se sono truccate