6 ott 2016 – “Eroica” è un nome che non nasce per caso. È profondo ed ispirato al ciclismo di un tempo, certo, ma è anche uno stimolo per chi vi partecipa. Chi parte per l’Eroica sa che sta imbarcandosi in un viaggio lungo e affascinante che durerà tanto e affrontarlo con “spirito eroico” significa sapere anche che si andrà un po’ oltre la propria preparazione specifica. Si oserà un po’ di più con le proprie forze e con la bicicletta che forse non si aspetta tutti quei chilometri in un giorno. Ma si sa pure che difficilmente ci si fermerà. A costo di finirla a piedi.
Quest’anno siamo andati a trovarli verso Montalcino gli eroici del giro più lungo, quello ufficiale. Perché L’Eroica “ufficiale” è il giro da 209 chilometri e tutti gli altri sono degli sconti, più o meno, pure con il loro valore eroico e la giusta interpretazione. Il fascino del percorso lungo inizia con un “prima o poi lo farò” che come fai a non pensarlo, prosegue con quel via notturno che è un misto di follia e ricordo di quando le corse erano davvero così e i ciclisti partivano di notte in tappe pazzesche e in piena autosufficienza. Altro che moto al seguito che pure abbiamo visto da parte di chi non ha capito molto.
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L’Eroica è fatta di storie che si scrivono ogni anno un po’ lontane dai clamori dei percorsi più corti e che resteranno lì, più silenziose, disegnate nelle strisce dei tubolari sulla terra che porta verso Buonconvento, poi Castiglion del Bosco e Montalcino, il punto più lontano da Gaiole.
Sono quelli che arrivano sulla pedana dedicata, in centro a Gaiole e ci scappa pure una lacrima, anche per chi li attende e per chi li vede così sfiniti e soddisfatti a mettere l’ennesimo timbro nel foglio di viaggio che diventa il vero trofeo, più della medaglia e della bottiglia di vino.
Siamo andati a cercare questi eroici nei punti più lontani e a rendergli onore con una galleria fotografica.
Ve la proponiamo:
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Redazione Cyclinside