C’è un modo di scattare che insegnavano nelle gare giovanili: parti da dietro, anzi, lasciati pure sfilare qualche metro, prendi la rincorsa e parti, come una fionda.
È un modo per lasciare annichiliti gli avversari, passarli al doppio, al triplo della velocità per togliergli qualsiasi velleità di risposta. Uno che va via a quel modo chi lo riprende più. Se hai gambe e condizione li lasci lì. Se rispondono sarà con più calma, dovranno organizzarsi, guardarsi negli occhi e mettersi d’accordo: si tira tutti per andarlo a prendere.
Remco Evenepoel ha fatto una cosa del genere ma a cronometro. Nessuna rincorsa, si è catapultato dalla pedana come sparato da un cannone e si è permesso di lasciare tutti dietro. La fionda l’ha fatta con le lancette del cronometro, ha strappato via la sella dalle mani del giudice che lo teneva al via e al bip finale del conto alla rovescia si è allontanato così in fretta che anche dall’ammiraglia hanno dovuto dare una bella sgasata per stargli dietro.
Si può fare tattica a cronometro?
Dicono di no, che basta andare forte più che si può, come si sa. Scontato per uno come lui che a cronometro va forte e sugli strappi ben più duri della prima cronometro del Giro d’Italia 2023 ha costruito le vittorie più importanti.
Remco però ha voluto fare di più. Ha dato fondo al gas, senza controllare, per annichilire gli avversari e c’è riuscito. Ora c’è da inseguire, consumargli la squadra prima di attaccare direttamente il fenomeno.
La storia di questo Giro è appena cominciata.