Nell’anniversario della scomparsa di Marco Pantani vi proponiamo la testimonianza di un lettore, grande appassionato del Pirata e delle sue biciclette. Sergio Biunno, questo il nome del nostro interlocutore, ci racconta anche una bicicletta speciale, realizzata appositamente per Pantani da Marco Bonfanti, titolare di C4, azienda specializzata nella lavorazione della fibra di carbonio che in anni non sospetti aveva già fatto vedere moltissime potenzialità del composito.
Mettetevi comodi e gustatevi questo pezzo:
Da sempre io e la mia famiglia siamo grandi appassionati e tifosi del Pirata, della Mercatone Uno e di tutto quello che circonda quello splendido periodo ricco di successi e di imprese memorabili.
Il nostro sogno è sempre stato quello di possedere una bici squadra corse utilizzata dal Capitano, cosa tutt’altro che semplice.
Mi piace informarmi, leggere, cercare e mi sono documentando sulla stagione 2002 nella quale tutti i gregari della Mercatone Uno utilizzarono la Wilier Izoard e il solo Pantani utilizzò il modello K2 Carbon che, oltre a essere di rara bellezza era anche molto innovativo. Ho fatto una ricerca e ho scoperto che il telaio era prodotto in Italia dalla ditta C4 di Airuno (LC).
Contattai il titolare, sig. Marco Bonfanti per avere alcune informazioni e mi raccontò la storia di questo modello, dell’accordo commerciale con la Wilier Triestina, la sua azienda produceva i telai grezzi che forniva alla Wilier la quale provvedeva a verniciarli e completarli e della stima reciproca che lo legava al Panta.
Allora sono andato a trovarlo, ho ascoltato i suoi racconti ricchi di passione e di amore per la sua azienda, siamo diventati amici e sono tornato a casa con uno splendido telaio utilizzato al Giro d’Italia da Marco Pantani!
Bonfanti dopo aver lavorato per circa sei anni nella ditta Bianchi di Treviglio, scelse di puntare su se stesso per cercare di portare delle innovazioni sul prodotto, senza i limiti che derivano dal dipendere da altri. Così nel 1986 nacque C4 che subito si pose all’attenzione realizzando i primi telai e forcelle monoscocca, una novità assoluta al tempo.
La prima uscita pubblica fu alle tappe a cronometro del Giro d’Italia del 1987 con la Squadra Corse Bianchi. Di anno in anno si susseguirono idee e brevetti che andarono di pari passo con la crescita aziendale. Una delle intuizioni geniali fu capire che non servivano tante dimensioni di telaio ma un telaio che potesse essere adattato a ciclisti di diverse altezze, bastava che la bicicletta consentisse a pedali, manubrio e sella d’essere nelle corrette posizioni reciproche necessarie.
Il pensiero del titolare si sintetizza nel “Cercare di conoscere il perché delle cose m’ha sempre profondamente affascinato. Se conosci il perché puoi andare oltre, se non ci vai è perché non lo conoscevi. Bianco o nero. On-off.”
Contestualmente al lavoro nel ciclismo, trasformò la sua passione per la subacquea in un business, realizzando le prime pinne in carbonio al mondo incrementando così le prestazioni in apnea sino al 70 per cento. Con il tempo le pinne diventarono il core business dell’azienda e considerate che sono prodotte al 100 per cento in Italia.
Tra i tanti modelli di bici, realizzò il modello EGO, leggerissima e innovativa come sempre. Curioso è l’aneddoto di come nacque la collaborazione tra il Bonfanti e i Gastaldello (proprietari del marchio Wilier Triestina, ndr) per la fornitura del telaio K2.
L’accordo tra C4 e Wilier figlio di una… caduta
Un fine settimana a cavallo degli anni 2000 il signor Gastaldello, anche lui appassionato ciclista, prestò soccorso a un ciclista caduto in un fossato e sollevando da terra la bicicletta si rese conto di quanto questa fosse bella ed avesse contenuti innovativi, era una C4 – EGO. Nacque così una produzione specifica per la Wilier Triestina che rinominò il telaio in K2. Siamo alle soglie dell’anno 2002 e quando la Mercatone Uno fece l’accordo con Wilier per la stagione 2002 il Pirata volle una bicicletta speciale, la K2 il cui telaio era realizzato da C4.
Marco Pantani aveva già provato in un recente passato altri telai C4, complice un suo fedele gregario, Oscar Pelliccioli, che essendo stato parte della squadra Polti con bici Coppi aveva avuto modo di collaudare per bene i telai fatti ad Airuno. In quell’occasione Marco s’era convinto dell’efficienza di queste biciclette estremamente scorrevoli su strada.
Pantani innamorato della bici e della geometria
La bici in fibra di carbonio K2 era nata per i pro’: scattante, nervosa e capace di assorbire le vibrazioni grazie alla struttura di vero monoscocca completamente privo di giunzioni. Le geometrie sloping e le forme compatte la rendevano comoda e priva di stress. Da notare il tubo di sterzo decisamente abbondante, il piantone avanzato e a 70° fortemente inclinato e spostato in avanti di alcuni centimetri rispetto alla scatola del movimento centrale, questo consentiva un’adattabilità straordinaria.
Con questa costruzione il carro è stato portato a una lunghezza di 39 centimetri risultando molto compatto, sui pendenti posteriori compaiono i nomi di tutti gli sponsor Selle Italia, Shimano, Mizuno, Elite, Selcof, Ritchey e ovviamente C4.
La bici prevede il reggisella bloccato tramite fascetta di tipo tradizionale e supporto in fibra dicarbonio per il sostegno del deragliatore anteriore.
La bicicletta, così proposta anche per il pubblico, era stata messa in vendita presso i rivenditori Wilier a un prezzo di quasi cinquemila euro.
Sergio Biunno
Un approfondimento e altre immagini della bicicletta di Sergio Biunno si potrà trovare sul prossimo numero di Biciclette d’Epoca in edicola a fine febbraio.
Galleria Fotografica
esistono ancora telai della bici di pantani?taglia 58