28 apr 2016 – Telai di alta gamma, biciclette ricercate nella componenstica e nelle soluzioni aeorodinamiche, una squadra professionistica di alto livello: quando pensi a Ridley immagini un’azienda d’impostazione industriale, una linea produttiva di grandi numeri e tutto in serie.
Poi entri in azienda, sarà che sul monitor all’ingresso hanno messo il tuo nome e quello degli altri pochi giornalisti ammessi alla visita, con il classico “welcome” e tutto assume una dimensione più umana. E in effetti è proprio così. Perché scopri che c’è un team di grafici ad ascoltare tutte le esigenze e… già armati della pazienza giusta (vedi foto) e poi un altro team, al piano di sotto che si occupa di tradurre le grafiche sul telaio, realizzando le maschere che verranno impiegate per la verniciatura di ogni singolo telaio. Un lavoro certosino fatto con pazienza e seguendo le giuste tempistiche e ripercorrendo, ampliandolo nei numeri ovviamente, quel che aveva fatto Jochim Aerts, fondatore del marchio Ridley, quando aveva iniziato a lavorare come verniciatore e prima di fondare un’azienda che è sempre stata basata su una forte collaborazione di esperienze. È così che accade, infatti, nella Bike Valley che ancora non era stata nemmeno concepita ma che già nasceva nel concetto di lavoro.
Ridley fa telai, anche se non li produce internamente il progetto è tutto interno. Compresi gli studi sull’aerodinamica che in questi anni sono diventati sempre più importanti. E i telai forniti alla squadra riflettono la personalizzazione e l’impronta aerodinamica. Poi c’è il lavoro di verniciatura che pure viene distribuito da vari fornitori. Dipende dal volume di ordini che si ricevono e da quanto si riesce a prevedere il mercato. Sono tre gli impianti di verniciatura che vengono sfruttati per ottimizzare al massimo le tempistiche di consegna. Oltre a quello interno, si sfrutta la verniciatura in Oriente e un altro impianto in Moldavia. L’importante è riuscire a seguire il mercato sempre al massimo.
Ridley lavora a stretto contatto con la squadra, il Team Lotto Soudal, e con altre aziende con cui il discorso di sviluppo diventa un interpretare in maniera corale lo sviluppo della bicicletta intesa come insieme tra uomo e macchina. Il territorio, d’altra parte, è favorevole. Nel raggio di un paio d’ore di macchina si svolgono praticamente tutte le gradi classiche del nord, le corse che hanno fatto la storia del ciclismo e non c’è locale pubblico che non abbia qualcosa di ciclistico al suo interno e la crescita di una struttura accentratrice della ricerca, aperta anche ad aziende esterne e radicata fortemente col territorio sembra la conseguenza più logica (si veda, in proposito, quanto abbiamo scritto della Bike Valley).
Abbiamo visto tanto nella nostra passeggiata all’interno di Ridley. Abbiamo anche pedalato su una bicicletta speciale utilizzata pure dalla squadra. Ma la sensazione forte è che l’azienda belga abbia ancora tanto da farci vedere.
Intanto vi portiamo con noi all’interno degli uffici e dei capannoni Ridley:
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Info: www.ridley-bikes.com
Redazione Cyclinside