9 ago 2016 – Riportiamo una riflessione fatta da Stefano Boggia, ex corridore professionista, buon ciclocrossista e particolarmente abile in discesa. Oggi si diletta in qualche gara amatoriale di cross (“in salita vado piano, quando riesco a vincere è perché vado via in discesa e guadagno abbastanza da non farmi più riprendere”) ed allena i ragazzini.
Al termine delle prove olimpiche di ciclismo su strada ha fatto una riflessione interessante che vale la pena condividere. Ecco cosa scrive:
Dopo aver visto un’Olimpiade di ciclismo su di un percorso molto tecnico e dove nello specifico:
1 – l’azione decisiva è nata in discesa
2 – uno dei possibili favoriti per una medaglia come Richie Porte ha chiuso la gara in discesa
3 – i sogni di Nibali, che ormai aveva la medaglia in tasca e forse anche d’oro, si sono spenti in discesa, assieme a quelli di Henao
4 – la medaglia di bronzo di Rafal Majka è stata conquistata bene o male anche dall’abilità in discesa dobbiamo dire che chi ancora non vuole inserire una parte di allenamento di tecnica in qualsiasi categoria non ha capito una beata minchia.P.S.: il secondo classificato, tale Jakob Fuglsang, ha fatto le categorie giovanili in MTB ed è stato Campione del Mondo a Fort William fra gli Under23
Già, viene da pensare che non solo nelle prove olimpiche la discesa sia stata determinante (poi, chiaro: bisognava arrivarci tra i primi, quindi c’è da andare forte pure in salita che però, da sola, non basta). Però la discesa è determinante sempre di più. Pensiamo all’attacco di Froome in discesa al Tour, addirittura ai Colombiani che stanno ribaltando la concezione del colombiano che eravamo abituati a conoscere (alla Herrera, per intenderci): fortissimi in salita, un disastro in discesa.
E allora sì, bisogna includere la tecnica di guida anche negli allenamenti su strada, magari partendo proprio con i più giovani. E non solo per quelli che fanno ciclocross o vanno in mountain bike. L’abilità nella guida può diventare determinante in tante situazioni e magari aiutare pure a togliersi d’impaccio (pensate a Sagan alla Roubaix, oppure pensate a Sagan ovunque).
In fondo la gimkana che si fa fare ai giovanissimi ha proprio questo fine: insegnargli l’abilità di guidare la bici laddove si tenderebbe a pensare che “basta allenarsi forte”.
D’altra parte se nel Team Sky dell’allenamento in discesa ne hanno fatto, evidentemente, un percorso importante di preparazione (la trasformazione di Froome è formidabile) qualcosa vuol dire.
Poi ci sarà da discutere anche di materiali. Se si preparano le biciclette per le salite sarà bene pensarle anche per le discese. Tanto più se sono discese impegnative. I materiali ci sono, pensiamo soprattutto alla scelta delle ruote dove troppo spesso abbiamo sentito i meccanici curarsene poco e “tanto loro sono fenomeni lo stesso” riferendosi alle capacità formidabili dei professionisti di andare forte in discesa (avete mai provato ad andare dietro a qualcuno di loro anche solo in allenamento?) salvo poi vedere qualcuno in evidente difficoltà anche per i materiali scelti e per il loro utilizzo (pressione delle gomme).
Insomma, che sia l’inizio di un nuovo tipo di preparazione?
RC
Io sono una schiappa in salita.. Per cui da sempre mi tocca recuperare in discesa! Nelle uscite in allenamento solitarie curo molto anche la discesa, provando materiali (specie gomme e freni) su percorsi noti, cercandone i limiti (anche i miei…) ma sempre in totale sicurezza. A volte inserisco anche qualche tratto di strada bianca (per lo più in funzione dell’eroica, e altre manifestazioni simili) ed è una esperienza che consiglio a tutti di provare, anche con la bici in carboni! Questo tipo di “allenamento” si riflette positivamente sia nelle uscite domenicali con gli amici,sia nelle GF, dove, con pico sforzo, riesco a recuperare in discesa gran parte dello svantaggio accumulato in salita. E, comunque, conoscendo e rispettando i limiti miei e del mezzo.