22 lug 2019 – A ogni giornata di riposo Specialized ne tira fuori una. Martedì scorso era stata la volta dell’esordio della casa americana nel mondo e-road con la Tubo Creo SL, la bici a pedalata assistita da corsa. Stavolta si va più sul tecnico inerente agli equipaggiamenti del Tour de France e, dopo la presentazione della nuova Shiv TT svelata ufficialmente in occasione della cronometro a squadre, nella seconda tappa è ora il momento di parlare di gomme, arrivano, in massa, le coperture tubeless.
La nuova copertura RapidAir si propone con un risultato eccellente in termini di scorrevolezza, ma anche con un notevole miglioramento della tenuta in curva. Già al Giro di California c’era stata l’occasione per testarne l’efficacia. Fabio Jakobsen si è trovato alle prese con una foratura prontamente chiusa dal liquido sigillante presente nella copertura e ha potuto vincere la tappa.
Nella prima tappa del Tour de France, cinque degli otto corridori della Deceunink Quick-Step sono partiti con coperture tubeless sulle loro biciclette. Una scelta ponderata in base ai risultati di laboratorio e ai test su strada che hanno evidenziato la maggiore scorrevolezza di questo tipo di coperture.
«RapidAir è il risultato dei nostri 40 anni di esperienza – spiegano da Specialized – e il risultato ottenuto non solo ha ottime qualità in termini di rotolamento, ma dà ottimi risultati anche in termini di tenuta in curva. Al contempo è nato anche il sigillante RapidAir». In questo modo la tenuta alle forature diviene praticamente totale (ovviamente nulla si può in caso di gomma squarciata).
Costruzione speciale
Il RapidAir può vantare una costruzione elaborata che ha permesso a Specialized di utilizzare solo due strati, al posto dei classici tre, sotto la superficie di contatto col suolo. Per questo la struttura è stata completamente rielaborata creando, di fatto, un progetto innovativo (e in fase di brevetto) che ha portato a una flessibilità formidabile e il tallone che si blocca facilmente sul cerchio (a tutto vantaggio della praticità di montaggio).
Un passo verso l’abbandono dei tubolari?
In Specialized sembrano avere le idee chiare al riguardo: “La storia del tubolare è addirittura antecedente a quella del cambio e, in più di 100 anni, è sopravvissuto a tantissime evoluzioni tecnologiche. Il futuro appartiene a Tubo RapidAir”.
Al di là dello slogan, è da diversi anni che i tecnici della casa americana, numeri alla mano, parlano dell’efficacia delle coperture tubeless. Ricordiamo che buona parte della scorrevolezza di questa tipologia di gomme, è data dall’assenza della camera d’aria che innesca inevitabili attriti col copertone (e la camera d’aria è presente anche nei tubolari, ovviamente, con le stesse problematiche di attrito pur nella differenza della struttura chiusa).
L’occasione sembra quella giusta, i numeri a supporto confermano. E la “forza” commerciale di Specialized non ha bisogno di presentazioni: si sta andando verso un futuro tubeless anche per i corridori solitamente affezionati ai tubolari?
Curiosità: quella foratura di Viviani
Ricordate la tappa in cui Viviani è giusto sesto al traguardo facendo la volata – come ha rivelato subito dopo lo stesso corridore – con una gomma che si stava sgonfiando? In quella occasione, abbiamo saputo, il “nostro” velocista aveva utilizzato dei tubolari. Il giorno dopo, nella volata di Albi e per non perdere un’altra occasione, ha provveduto anche lui a montare le nuove coperture tubeless. Per la cronaca: è arrivato secondo dietro a un incontenibile Wout Van Aert che aveva saputo sfruttare meglio l’arrivo in leggera salita.
Ulteriori informazioni: https://www.specialized.com
Redazione Cyclinside