Con la Serenissima Gravel si è aperta una nuova sezione di ciclismo agonistico: il gravel, appunto. Che non è ciclocross (niente circuiti ipertecnici) e non è, ovviamente, mountain bike. È gravel, nella declinazione sportiva di un mezzo che è nato pensando all’escursionismo e che si sta avvicinando sempre di più all’agonismo con mezzi destinati ad alte prestazioni. Di fatto separandosi dall’altra tipologia dedicata all’escursionismo.
Il primo vincitore di una gara Gravel a livello professionistico è Alexy Lutsenko che è arrivato da solo a Piazzola sul Brenta, in provincia di Padova, gli inseguitori a 50 secondi.
Secondo e terzo posto in classifica finale se lo sono aggiudicati in volata rispettivamente l’italiano Riccardo Minali (Intermarche-Wanty-Gobert) e l’australiano Nathan Haas (Cofidis).
Il vincitore è stato protagonista di una fuga solitaria che ha avuto inizio all’altezza di Treviso. Chilometro dopo chilometro è riuscito a consolidare un vantaggio di 1’48’ minuti dal gruppo che ha mantenuto fino all’ingresso del circuito finale composto da tre giri di 11 km. Il gap, sceso a 50” negli ultimi due circuiti della gara, è stato comunque gestito con successo da Lutsenko, che ha potuto percorrere gli ultimi metri di tracciato con la consapevolezza della vittoria, alzando la bici al cielo e regalando ai presenti un arrivo emozionante.
I corridori si sono cimentati in una gara unica e inedita sui terreni più selvaggi del Veneto. I sassi sparsi, le foglie scivolose adagiate sul sentiero, le radici che solcano l’asfalto sono alcuni degli aspetti che hanno messo alla prova l’abilità tecnica dei ciclisti e che hanno reso il percorso impegnativo e suggestivo allo stesso tempo.
La competizione, inserita all’interno del progetto Ride The Dreamland, si è svolta in un percorso che ha preso il via da Jesolo, snodandosi per 132 km di cui 110 offroad. Il tracciato, bagnato dal mare nei primi chilometri, si è sviluppato lungo la Greenway da Jesolo (VE) a Treviso per poi proseguire sulla ciclabile Treviso-Ostiglia lungo il territorio del Parco del Sile, un’area ricca di storia e cultura immersa in una rigogliosa vegetazione.
15 ott 2021 – Riproduzione riservata – Redazione Cyclinside