24 nov 2019 – Temi che tornano, scottanti, pruriginosi. “Curve pericolose” era il titolo, anni fa, di un articolo di rivista specializzata (di ciclismo) a proposito dell’approccio del ciclismo col sesso.
Fare sesso fa male agli sportivi? Distrae energie e concentrazione?
Questione culturale e legata a vecchie convinzioni che, scientificamente parlando, non hanno riscontro. La letteratura ciclistica è piena di corridori in clausura durante la stagione e anche prima. È anche ricca di storielle buffe come quella di Massignan, che pare avesse consegnato una nota per le spese di un viaggio, al suo direttore sportivo, con una voce che suonava come “…e perché l’uomo non è fatto di legno” per giustificare il pagamento di una prostituta.
Storie che fanno sorridere, come quel terrore di “disperdere energie” semplicemente con un’eiaculazione, come se non fosse una cosa naturale e frustrazione a seguire, in caso di “inciampo” sulla regola.
Lasciando perdere la questione dal punto di vista fisiologico fa ancora di più sorridere il consiglio dato da Conte, allenatore dell’Inter, ai suoi giocatori su posizioni e tempistiche per stancarsi il meno possibile in periodo agonistico.
Curioso che nel ciclismo che una volta vietava completamente tutto, non si siano più sentite indicazioni del genere se non il buonsenso di evitare di dormire poco o mangiare male quando “si fa serata”. Ma questo prescinde da un eventuale rapporto sessuale. Né – e per fortuna – ci risultano indicazioni in questo senso per le atlete (storicamente poco considerate nel periodo in cui nacquero queste credenze). Il tema, oltre che inutile, sarebbe anche culturalmente pericoloso.
Insomma, il ciclismo, a quanto pare, si è rivelato più al passo coi tempi del calcio che, da quanto si legge in qualche articolo di questi giorni, non considera nemmeno l’impatto positivo dell’attività sessuale nella sfera psicologica dell’atleta.
Chi si ponesse il dubbio, nel caso, può dormire sonni tranquilli ma nella giusta misura. Ecco, se l’attività sessuale si riflettesse sulla durata del sonno potrebbe, quello sì, creare qualche problema nella prestazione sportiva. Ma non come attività in sé, semplicemente per il mancato, giusto, riposo.
Redazione Cyclinside