Questa è un’operazione fondamentale. Fa la differenza tra chi “sa” e “non sa” andare in bicicletta. In gergo a questo ci si riferisce più che alla reale capacità di sapersi mantenere in equilibrio. In gergo ciclistico il ciclista che sta davanti è colui che “tira”, ossia apre l’aria per tutti li altri che seguono.
Per sfruttare bene la scia occorre “sentire” costantemente la provenienza del vento, non basta stare dietro al ciclista che precede.
Quando il vento è molto laterale, allora, si arriverà a posizionarsi quasi affiancati al ciclista che “tira”.
In base alle condizioni di vento e di andatura si avrano diverse conformazioni del gruppo dei ciclisti: fila indiana, doppia fila, ventaglio, gruppo compatto.
La fila indiana
I ciclisti sono tutti in fila, uno dietro l’altro. Il gruppo assume questa forma quando la velocità è molto sostenuta. Chi sta davanti va a tutta e tira per un tratto più o meno lungo a seconda della fase di corsa. Nel caso si tratti di andare a recuperare un fuggitivo nella parte anteriore del gruppo si posizionano i corridori delle squadre che lavorano per chiudere il buco. Ognuno tira per diverse centinaia di metri e poi si lascia sfilare rimanendo comunque nelle prime posizioni.
Se si tratta di una tirare per preparare la volata il corridore che sta davanti tira a tutta fino a esaurire completamente le energie. Una volta toltosi si lascia sfilare nella coda del gruppo fino anche a farsi staccare, ma avrà assolto al suo compito avendo tenuto la velocità molto sostenuta. Chi si toglie dopo aver tirato darà il cambio nel lato da dove viene il maggior vento per coprire il più possibile chi sta andando a tirare.
La doppia fila
Il gruppo di ciclisti, o almeno la prima parte, procede in fila per due pedalando affiancati. L’andatura in questo caso non è eccessiva, solitamente i ciclisti tengono il manubrio nella parte superiore proprio perché non è necessaria una posizione più aerodinamica.
Il cambio in questo caso avviene con cadenza piuttosto rada, si tira anche per diversi chilometri, dopo di che si fa passare la successiva coppia allargandosi leggermente a destra e a sinistra.
La “trottola”
E’ una variante della doppia fila perché si procede comunqe affiancati per due ma la velocità è molto sostenuta. In realtà più che dalla doppia fila questa figura deriva maggiormente dalla fila indiana. In questo caso però ogni corridore tira per pochi metri e si toglie subito dopo aver preso il comando. Questa andatura è detta anche “passa e levati” proprio perché una volta che si perde dalla vista laterale il corridore che si è appena rilevato al comando ci si prepara a propria volta a smettere di tirare cominciando lentamente ad allargarsi verso la zona dove il vento è maggiore. Chi è in seconda posizione inizierà a superare chi tira nel momento in cui viene affiancato completamente dal corridore che ha tirato precedentemente. Il lato in cui ci si sposta è sempre quello che mantiene riparato maggiormente chi va a tirare.
E’ bene ricordare, in questo caso come è più opportuno “dare il cambio” affinché si possa rendere al meglio tutti quanti.
Il ventaglio
Quando il vento soffia con forza lateralmente ai ciclisti disporsi in fila indiana o in doppia fila non serve. Per stare coperti la posizione più conveniente è stare quasi affiancati al compagno che precede. Questo presuppone un notevole allargamento del gruppo per cui il ventaglio è improponibile (oltre che pericoloso) su strade normalmente aperte al traffico.
Il corridore che tira è quello che si trova più verso il vento e, una volta esaurito il suo compito si lascia scorrere indietro piegando verso il margine della strada più coperto dal vento.
Quando si procede a ventagli il gruppo tende a spezzarsi perché è impossibile stare tutti insieme. In genere si forma prima un ventaglio seguito da una fila indiana. Come si crea un buco dietro ecco il formarsi di un altro ventaglio.
Il gruppo compatto
Se la velocità non è elevata e il vento non è eccessivo il gruppo tende a prendere una forma a “palla” più o meno allungata. In questa fase non ci sono particolari accorgimenti da seguire ma bisogna fare attenzione a non abbassare l’attenzione. E’ un dato di fatto che in queste fasi possono esserci più cadute che in un momento di massimo impegno poiché le distrazioni sono in agguato.
I consigli pratici
Vale la pena segnalare anche dei consigli pratici, di quelli dati ai ciclisti da ciclisti. I suggerimenti che vengono soffiati nell’orecchio ai corridori che fanno esperienza. Eccone alcuni:
Stare più sotto possibile al ciclista che precede non serve:
Due centimetri oppure 20, dalla ruota di chi precede, non cambiano poi molto l’effetto scia. Con la differenza che a stare troppo vicini alla ruota di chi si segue rischia di creare tensione, quindi fare più fatica.
Allineati perfettamente? Anche no:
Pedalare leggermente sfalsati rispetto a chi ci precede ci darà maggiore visibilità della strada e l’effetto scia non si perde. La posizione dipende anche da dove viene il vento, ma meglio stare spostati leggermente sulla sinistra (cinque centimetri vanno bene, non di più), in caso di necessità si ha più strada libera stando sulla sinistra piuttosto che a destra.
Meglio tirare un po’ per uno:
Lo abbiamo detto anche prima: a “girare” si fa meno fatica tutti, mentre chi sta a ruota e non tira alla fine diventa controproducente per tutti. Se non si tira, pian piano, si stancano anche gli altri di dare aiuti “gratis”. Questo in corsa, ovviamente, ma anche in allenamento e nelle passeggiate suddividere i compiti è utile per tutti. Se si è meno allenati, nel caso, meglio avvisare.
Stare dietro ad uno di grande stazza:
Un corridore più grande copre meglio l’aria, ma il guadagno è relativo rispetto alla regolarità di chi si ha davanti. Meglio avere uno che sappia tenere il ritmo senza “strappi”. Altrimenti la fatica diventa anche di più.
Questi ultimi consigli vengono direttamente dal blog Daccordi, per cui vi consigliamo di approfondire qui.