26 apr 2020 – Di voci ne sono girate davvero tante e ancora non si fermano. C’è anche chi, previdentemente, stava predisponendo una mascherina per fare attività sportiva. Da vedere se omologata ma insomma, scomoda già per muoversi per andare al lavoro o a fare la spesa, figuriamoci quando si fa sport e assieme alla scomodità si somma la fatica.
Ciclisti con la mascherina, a dire il vero, se n’erano già visti nella storia della bicicletta. A un certo punto si provò pure a usare delle speciali maschere per provare a ridurre la quantità di ossigeno ricevuta durante la respirazione così da “stimolare” un migliore adattamento fisico. Un po’ come andare in altura anche restando a quote più basse insomma.
Ma non è questo il nostro caso. Nelle voci che si inseguono, praticamente da inizio quarantena sul come sarà il dopo, pare proprio che “rischio mascherina” non faccia più parte delle disposizioni che verranno ufficializzate entro il 4 maggio, data in cui si dovrebbe, finalmente, ricominciare con una ritrovata libertà, pur se non assoluta.
Niente mascherina ma converrà (e probabilmente sarà obbligatorio) portarla con sé anche in bicicletta per poterla indossare se ci si dovesse fermare o arrivare in un luogo a maggiore densità di persone.
Si parla, infatti, ancora di distanziamento sociale. Niente sport di gruppo e niente file indiane di ciclisti in allenamento. Lontani è meglio per scongiurare il rischio di un eventuale contagio. Avevamo già visto, con lo studio del professor Blocken, come la possibilità di contagio sia decisamente più elevata in movimento rispetto allo stare fermi.
Niente scie quindi e certo sarà da capire come affrontare gli allenamenti. Se si riprende un ciclista più lento questi dovrà rallentare per riprendere subito la distanza minima? E come si quantificherà questa distanza. Difficile immaginare qualcuno che si metta a controllare, certo non si potrà stare in scia e allora tanto vale lasciarsi sfilare per i metri necessari alla sicurezza e magari non incorrere in sanzioni in caso di controllo. In altri Paesi europei di parla di uscite a gruppi ristretti (massimo tre ciclisti) ma non sembra questa la via che verrà percorsa in Italia.
Intanto ricominciamo a pedalare all’esterno, nella primavera. Non è poco.
Se i dati sanitari saranno ancora migliori avremo di che ben sperare anche per le prossime uscite.
Redazione Cyclinside
Volete spiegarmi pe cortesia se è normale, durante una passeggiata
a piedi,con mascherina, sulla Panoramica di Pesaro, essere affiancati, e superati a meno di mezzo metro,da gruppi di 10/15 idioti, perché tali sono,non è spiegabile altrimenti, in bicicletta, ammassati e sbuffanti come pentole a pressione, senza nessuna protezione, senza nessun rispetto per se e per gli altri . Un esempio unico dicomportamento da egoisti irresponsabili. Che vergogna!!! Dov’è lo sport ??? Ditelo forte che così non ci si comporta, è da criminali.
No Enzo, non è normale. Purtroppo per alcuni imbecilli (che sono comunque la minoranza) si mette in cattiva luce tutta la categoria.
Scusate la replica,ma in tutta la giornata non ho visto un solo ciclista indossare una mascherina…a parte me e pochi altri. Abito in una città che si definisce “città della bicicletta” abbiamo 100 km di piste ciclabili, ma quelli di stamattina non le frequentano,hanno bici e tenute che costano migliaia di €uro…sprecati sulle ciclabili, li ci vanno le vecchiette o i pensionati come me.Siete sicuri che questi idioti siano una minoranza? A me non sembra…la pensava così anche un certo Einstein.
Enzo, nelle Marche non ci sambra ci sia obbligo di utilizzare la mascherina quando si fa sport. Alcune regioni l’avevano imposta e poi sono tornate sui loro passi perché non è salutare.
Non è salutare stare in grupponi di 15 ciclisti a 30 cm l’uno dall’altro, sofgiandosi in faccia reciprocamente e senza protezioni. Le Marche non impongono l’uso se la distanza durante l’attività non scende sotto i due metri. Il sindaco di Pesaro ne ha parlato proprio pochi minuti fa, stigmstizzando il comportamento di ciclisti irredponsabili. E la chiudo qui. Grazie per l’ospitalità.