Se tutti ci aspettavamo un dominio di Roglic sul primo arrivo in salita, vederlo invece passivo, incollato alle ruote degli altri, è stata la prima vera sorpresa di questo Giro. E — con tutto il rispetto per Roglic — una bella sorpresa, perché significa che la corsa sarà più aperta e combattuta di quanto ci saremmo aspettati.
La vignetta di apertura è di Querelle
Il più grande rammarico della giornata, però, è stato senza dubbio il mancato risultato di Bernal. A tutti avrebbe fatto piacere vederlo vincere una tappa importante, dopo il terribile incidente che ha vissuto. Ma forse la voleva troppo, questa vittoria. L’ha cercata con troppa foga, e ha sbagliato in modo clamoroso.
Scatta Ciccone — uno che la classifica può farla — e quindi il compito di chiudere l’attacco dovrebbe ricadere su Roglic, Ayuso e Del Toro, cioè i principali candidati alla maglia rosa. E invece Bernal si mette in prima persona a chiudere il buco. Così, due possibili outsider si sono annullati a vicenda, lasciando via libera ai big. Una scelta tattica davvero infelice, che ha finito per compromettere anche il bellissimo attacco del nostro Ciccone.
Intanto, il terzo outsider, Carapaz, è riuscito a restare agganciato al gruppo, anche se probabilmente rallentato dalle botte rimediate nella caduta di Napoli.
Con i due UAE a dominare l’arrivo e Roglic comunque in rosa, ci aspettano giornate di grande spettacolo. È probabile che per Roglic si sia trattato solo di una giornata storta — e che tornerà presto all’attacco — ma non possiamo saperlo.
Quel che è certo è che in casa UAE ci sono due galli nel pollaio: uno che aspettava da tempo il ruolo da capitano, l’altro giovane, rampante e senza paura. Una situazione difficile da gestire, che potrebbe finire per avvantaggiare proprio Roglic.
Infine, dalla tappa di Tagliacozzo porteremo con noi anche lo splendido gesto di Pedersen: in maglia rosa, senza risparmiarsi, si è messo a tirare per aiutare Ciccone. Un atto davvero generoso, da parte di uno che ha dominato la prima parte del Giro.