15 giu 2017 – Immaginate una bicicletta da strada, per chi è abituato a questa impostazione. Immaginate di andarci su sterrato. La prima sensazione, normale, è di insicurezza. Le coperture da strada, anche nelle versioni più larghe che abbiamo visto “crescere” negli ultimi anni, affondano nello sterrato e nella ghiaia ed è normale.
Immaginate invece una mountain bike: gomme larghe, ammortizzatori, tanta tenuta e tutta un’altra sicurezza per quanto riguarda l’affrontare buche e terreni sconnessi. Anche troppo tante volte, perché poi ammortizzatori e tecnologia vanno portati pure in salita. E se si fanno percorsi misti?
Ecco le gravel.
La Diverge, l’ultimo modello di Specialized di cui abbiamo già iniziato a dire, è una bicicletta unica nel suo genere: ha la stabilità di una mountain bike (diciamo sul serio) e l’agilità e il “feeling” di una stradale. Ovviamente non ci si fanno le stesse cose che si fanno con una mtb, ma quanti sfruttano davvero in fondo le possibilità di una mtb? Ecco che allora una bicicletta più rigida e leggera può essere una risposta interessante.
La Diverge è comoda. Le gomme di grande sezione, da 38 millimetri,negli sterrati e tra i ciottoli. Le Specialized Trigger non mollano la presa neanche quando non ci credi più, davvero notevoli.
Ma per aiutare la tenuta è risultato molto importante anche il Future Shock, l’ammortizzatore posizionato sotto l’attacco manubrio con i suoi 20 millimetri di escursione. Rispetto al modello montato sulla Roubaix questa versione ha un funzionamento progressivo, non lineare, così da sopportare meglio gli impatti più forti. Ecco: immaginate cosa sia scendere su un fondo sconnesso quando tutte le vibrazioni tornano sulle braccia. Oltre che stancarsi meno si riesce a governare meglio la bicicletta. Ve lo diciamo: anche se partite prudenti, alla fine, si cominciano a mollare i freni perché a bicicletta sta sul percorso con facilità e permette, anche in situazione di forte stress, di direzionare opportunamente lo sterzo e fare eventuali correzioni.
Nell’alternanza di salite e discese può essere utile, sempre per guidare meglio la bici, avere la sella un po’ più bassa. Ecco allora che l’adozione del reggisella Command Post XCP che può essere abbassato di 35 millimetri (e torna su con un comando remoto, direttamente sul manubrio, che aziona il sistema pneumatico) diventa fondamentale. Quando c’è da spingere la gamba fa il movimento ideale e corretto per la muscolatura, quando c’è da scendere e guidare la bicicletta si può tirare giù la sella in un attimo.
Una bicicletta per divertirsi ma anche per viaggiare. La Diverge S-Works, nel suo carbonio Fact11r mantiene anche gli innesti per un eventuale portapacchi e monta anche lo Swat, il porta accessori che si fissa al telaio, sopra al movimento centrale e può contenere camera di ricambio, bomboletta di Co2 e attrezzi.
La Diverge, nella versione S-Works, è montata con gruppo misto elettronico XTR e Dura Ace. La compatibilità perfetta prevista da Shimano ha permesso di ottenere anche una rapportatura ideale per affrontare qualsiasi percorso pure con la singola corona anteriore. Il 40 posteriore e il 42 della corona consentono qualsiasi scalata. L’11 permette comunque uno sviluppo metrico più che sufficiente per le discese. La presenza dei freni a disco è una sicurezza su qualsiasi percorso e situazione meteorologica e di fondo stradale.
Insomma, c’è da divertirsi davvero con questa bicicletta. E se siete a corto di idee vi suggeriamo di prendere spunto dal video qui sotto (ma poi di ripetere con prudenza). Il protagonista, manco a dirlo, è Peter Sagan: il due volte campione del mondo su strada è l’uomo immagine perfetto per questa bicicletta.
Infine date anche un’occhiata alla galleria fotografica in cui si possono vedere tanti dettagli. In particolare, notate quanto spazio ci sia tra battistrada e forcella e anche dietro al tubo piantone, a garanzia di quanto ancora ci si possa spingere nella dimensione delle coperture (quelle delle foto sono da 38 millimetri).
Ulteriori informazioni: www.specialized.com
Guido P. Rubino