Cento chilometri lungo i paesaggi lunari degli altopiani islandesi: Mathieu Pellerin ed Éva Cordioli li hanno affrontati con le loro Specialized Diverge STR durante l’ultima edizione, dell’evento chiamato The Rift (il prossimo è previsto per luglio). Si tratta di una prova affascinante, spettacolare, ma altrettanto impegnativa per via di terreni unici che regalano, al contempo, paesaggi spettacolari.
Un ambiente ostile
The Rift si svolge tra campi di lava nera e la frattura tettonica che separa il Nord America dall’Eurasia, un ambiente ostile che mette alla prova non solo la resistenza fisica, ma anche la capacità di adattamento dei ciclisti e delle loro biciclette. Affrontare questa gara significa pedalare per ore su superfici accidentate, esposte a condizioni meteorologiche imprevedibili. Per questo, la scelta dell’attrezzatura gioca un ruolo essenziale nel determinare il successo dell’impresa.
L’aiuto del Future Shock
Grazie alla tecnologia Future Shock, la Specialized Diverge STR ha permesso agli atleti di ridurre l’affaticamento e di mantenere un migliore controllo sulla bicicletta, assorbendo le asperità del terreno senza sacrificare la velocità. Il design innovativo della bici non prevede sospensioni tradizionali, ma un sistema che lascia il ciclista in sospensione, migliorando la stabilità e la fluidità della pedalata su qualsiasi superficie.
I protagonisti della sfida
Mathieu Pellerin, fotografo e ciclista francese, ha fatto della bicicletta un mezzo per raccontare storie attraverso la fotografia. La sua collaborazione con Specialized lo ha portato a esplorare alcuni dei percorsi più spettacolari al mondo, tra cui The Rift. Per lui, questa gara non è solo una competizione, ma un’opportunità per documentare la natura selvaggia dell’Islanda e la resistenza che essa richiede agli atleti.
Éva Cordioli, ciclista italiana residente a Parigi, ha scoperto il mondo del gravel come naturale evoluzione della sua passione per il ciclismo. Fondatrice del progetto Femmes à Vélo, si dedica alla promozione del ciclismo femminile attraverso eventi e iniziative che incentivano la partecipazione delle donne a questo sport. Per Éva, The Rift è stata una sfida tecnica e mentale, un’occasione per testare i propri limiti in un contesto estremo.
Diverge STR: tecnologia e avventura
La capacità di assorbire le vibrazioni della Diverge STR le avevamo provate nel corso del nostro test ma la prova affrontata dai due ciclisti in Islanda ha dimostrato come in una prova ricca di sollecitazioni il ciclista “sospeso” grazie alla doppia soluzione anteriore e posteriore (attenzione, non si tratta di ammortizzatori, ma di sistemi di assorbimento delle vibrazioni), possa subire un affaticamento decisamente in inferiore che con una gravel tradizionale. Decisamente superiore è anche la precisione di guida della bicicletta poiché la geometria rimane coerente, è solo il ciclista a non subire con violenza le sollecitazioni del percorso.
Ulteriori informazioni sulla Diverge nel sito ufficiale: Specialized Diverge STR, se siete interessati alla The Rift: https://www.therift.bike/





































