5 mar 2017 – Una vittoria nata strada facendo quella di Michal Kwiatkowski alle Strade Bianche. «Sapevo che la squadra puntava su di me e questo mi piaceva, sentivo di star bene, ma non speravo troppo nella vittoria». Ha gestito bene la sua corsa però, affrontando senza eccessivi pericoli i tratti di sterrato e le discese che sulle strade bianche possono essere insidiose anche perché il fondo stradale non è sempre compatto e uniforme, ma può cambiare rapidamente da un metro all’altro. Ci vogliono occhi aperti a gestire la bici e scegliere le traiettorie anche per non rischiare forature che, su queste strade, significano una grande perdita di tempo (un po’ come è avvenuto a Nibali, che ha preso la bici di Siotsou, ma non era la sua misura e ha dovuto pedalare in condizioni tutt’altro che ideali finché non ha potuto riprendere quella giusta dall’ammiraglia).
«Le strade scivolose erano un rischio in ogni momento – ha continuato Kwiatkowski raccontando il finale della sua corsa – per quello, anche quando avevo capito che potevo farcela, non mi sono mai deconcentrato. Poi c’era il mio direttore sportivo che mi diceva di spingere ma non mi voleva dire quanto avessi di vantaggio».
(in apertura lo scatto decisivo di Kwiatkowski a circa 14 km dal traguardo)
Una pressione in più per non correre il rischio di far rilassare il corridore, magari temendo in un ritorno di energie da dietro che avrebbe potuto, con uno scatto, compromettere tutto proprio nel finale (quel che è accaduto tra le donne, poche ore prima, con il ritorno prepotente della Longo Borghini insegna).
Poi la frase che fa del corridore il campione che avevamo imparato a conoscere nella stagione che lo ha visto vestire anche la maglia iridata: «Ho ricominciato a divertirmi in bicicletta».
Infine Kwiatkowski ha fatto anche un’analisi tecnica, seppur veloce, del percorso: «Sarebbe stato perfetto il Monte Sante Marie per un mio attacco deciso, ma era troppo lontano dal traguardo e Van Avermaet, Wellens e Stybar mi hanno messo in difficoltà». Ha risparmiato tutto in quel finale strepitoso allora, come ci aveva abituati e come aveva già fatto a Ponferrada per rientrare sul gruppo dei fuggitivi prima della stoccata sul traguardo.
Sarà da rivedere il percorso delle Strade Bianche? Ieri più di un commentatore ha suggerito un allungamento del chilometraggio per fare di questa corsa un vera classica monumento, più di quanto non lo sia già. Vedremo. A domanda il vincitore ha sorriso. E certo che a questo punto Michal Kwiatkowski non si ferma più: «Ma se vinco anche io per la terza volta intitolano anche a me un settore di sterrato?»
Gli avversari sono avvisati.
RC