Nella terra dello Champagne è venuta fuori la tappa più frizzante, fino a questo punto, del Tour de France. Dopo la tappa più noiosa, ieri, il Tour si è riscattato con una classica. È mancato solo lo stappo della bottiglia che sarebbe stato riprendere quelli davanti. Gli otto in avanscoperta si sono presentati nel finale con una media superiore ai 45 chilometri orari dopo aver recuperato su Stuyven. In volata vince Turgis un po’ a sorpresa.
Non c’è peggior salita delle strade sterrate e oggi ne è stata la dimostrazione sin dalle prime battute della tappa, a prescindere dalla pendenza. Il secondo tratto di sterrato iniziava proprio con un tratto in pendenza che ha fatto mettere il piede a terra a molti. Se all’inizio non ci si era riusciti con alcuni tentativi di ventagli, a dire il vero, un po’ goffi, a spezzare il gruppo, ci si è riusciti sulla strada bianca.

Nel secondo tratto di sterrato Roglic si è trovato indietro a dover recuperare con i suoi compagni di squadra. È rientrato, ovviamente, ma consumando energie e squadra.
Qualche chilometro dopo sarebbe toccato a Vingegaard soffrire un po’. Foratura, con Tratnik pronto a passargli la bicicletta. Con le ammiraglie lontane oggi c’erano i compagni di squadra, stessa misura, a fare da supporto ai capitani. Ma Vingegaard si è giocato la sua backup bike a 100 chilometri dall’arrivo.
Davanti, intanto, un gruppo di 11 ad anticipare il gruppo.

Nella confusione di sterrati, salite e discese, ci ha provato anche Pogacar a fare un allungo subito marcato da Evenepoel con allarme rosso in gruppo che reagisce con un po’ di ritardo.
Nella baraonda della tappa a 77 chilometri dall’arrivo ha attaccato Evenepoel. Ci ha pensato un po’ Pogacar prima di rispondere, con lui Vingegaard che non poteva fare altro che appenderglisi alla ruota come meglio poteva visto che era rimasto con la bici di Tratnik, due centimetri di differenza. In un battibaleno hanno ripreso i primi. Che fare, sì o no? I tre si sono guardati, studiati, poi hanno rallentato e lasciato andare di nuovo la fuga per farsi riassorbire dal gruppo.

Altro giro, altra moneta. Ne ha saputo approfittare Van der Poel provando a fuggire dieto ai primi. Pogacar ha spinto dove poteva e nei tratti sterrati perdeva di ruota gli avversari facendoli soffrire. È un copione che si è ripetuto due, tre, quattro volte ma oggi Vingegaard ha risposto sempre e senza paura. Evenepoel un attimo dopo ma solo per caratteristiche differenti, non certo per stato di forma.
Davanti altra storia con premio finale inaspettato ma meritato per Turgis.
Domani giorno di riposo.
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