Parlare di rapporti e sviluppi metrici della bicicletta non è più una nota dolente per i ciclisti. Ecco, se c’è stato uno sviluppo dell’era moderna su cui tutti sono d’accordo per la praticità è proprio il tema dei rapporti a disposizione.
L’arrivo delle 12 velocità ha fatto sì che venissero ripensati i pacchi pignoni e pure le guarniture. Non è questione solo di rapporto massimo e minimo possibile, in quanto a sviluppi metrici, ma si tratta, più che mai, di trovare il ritmo di pedalata ideale ad ogni circostanza laddove una volta si doveva spesso adeguarsi a un compromesso: un po’ troppo agile, un po’ troppo duro… ma la realtà era quella e non ci si pensava. Tornare indietro, oggi, sarebbe una sofferenza.
Tanti pignoni
Il vantaggio di avere tanti pignoni sulla cassetta posteriore ha permesso di ridurre l’assortimento delle cassette disponibili: con due o tre assortimenti si riescono a coprire tutta la gamma di rapporti necessari: dai professionisti agli amatori. E si strizza pure l’occhio a chi fa gravel.
Certo, può sembrare curioso veder partire un professionista a una tappa di poca difficoltà con un pacco pignoni che arriva addirittura al 28, ma ha una logica anche questo: magari non utilizzerà il rapporto più corto disponibile, ma certamente potrà sfruttare il migliore allineamento di catena. Magari innestando la catena sulla guarnitura più grande, solitamente il 53 delle gare in linea, con un 21 o un 23 posteriore. Impensabile anche solo con un “vecchio” 9 velocità di non troppi anni addietro.
La possibilità di far scorrere la catena su ingranaggi mediamente più grandi risulta vantaggioso in termini di attriti meccanici: ce ne sono meno e l’efficienza ringrazia. Si è perduta, come abbiamo visto, anche la necessità di personalizzare il pacco pignoni. Per contro, andando verso ingranaggi posteriori più grandi, sì è dovuto pure cercare soluzioni ben definite per poter lavorare sulla rigidità: avere pignoni da infilare tutti sullo stesso corpetto rischia di portare a flessioni importanti nelle dentature maggiori senza il supporto di una struttura adeguata.
Non basta mai?
Vi manca ancora qualcosa? Attenzione anche a non cadere in un falso problema. Gli assortimenti voluti dai produttori di componentistica sono spesso pensati proprio per favorire il massimo assortimento di sviluppi metrici, modificarli non avrebbe molto senso: si rischierebbe di avere una quantità di sviluppi metrici meno numerosa per via di soluzioni analoghe tra loro.
Quello delle sovrapposizioni dei rapporti è un argomento su cui abbiamo ragionato più volte, a partire da quando vennero introdotte le cassette a 10 velocità e alla fine, quel che era sempre venuto fuori in maniera più o meno evidente è che le proposte definite dai produttori di componentistica erano comunque quelle più vantaggiose prendendo in considerazione tutti gli aspetti dell’argomento.
E poi monocorona
In questo contesto si è andato a infilare anche un nuovo argomento: la guarnitura singola che è stata proposta e utilizzata, in qualche caso, anche da corridori professionisti. Una soluzione che ha fatto storcere la bocca ai più ma che ha portato ad ulteriori ragionamenti che hanno trovato pure fondamento pratico: con le cassette moderne a 12 velocità, accettando un piccolo compromesso nel salto di sviluppo metrico tra un rapporto e l’altro (soprattutto nei pignoni più grandi) si è potuti arrivare a un risultato di tutto rispetto e più che sostenibile anche senza avere un allenamento di alto livello. Ovviamente con la doppia corona c’è una versatilità matematicamente imbattibile, ma per chi non si trova a fare quotidianamente muri e passi dolomitici si può fare senza troppi problemi. Al più, si potrà sostituire la moltiplica singola anteriore (che si fa con più facilità di come una volta si cambiava il pacco pignoni) con una più adatta al percorso.
Possibilità sempre più ampie, insomma, ma soprattutto per potersi ritagliare su misura la bicicletta anche nella scelta dei rapporti. In questo senso, anzi, la bicicletta non è mai stata personalizzabile così tanto come è oggi.
Guido P. Rubino
Più i rapporti aumentano, più la catena si assottiglia e più si rischia l’affidabilità. Secondo me, l’ideale sono i 10 rapporti.
Il fatto che “più ce n’è meglio è” è valido fino ad un certo punto. Ormai tutte le combinazioni oltre il 25, partono da 11, questo significa che un amatore i primi 2,3 pignoni li userà solamente quando monta la ruota sulla bici, per poi avere salti di 3, 4 denti nella zona da lui più usata. A mio parere dovrebbero proporre anche un 13-30.