27 mar 2017 – C’è una tendenza evidente che abbiamo registrato in questi giorni taiwanesi a Taipei Cycle: la voglia di mobilità “alternativa”.
Che vuol dire? Che c’è voglia di muoversi in bicicletta per fare di tutto. Ecco che si spiegano, allora, anche alcuni particolari tecnici di cui vi abbiamo parlato in questi giorni e di cui vi diremo nei prossimi selezionando quanto visto e appuntato in fiera. Cose dedicate non solo agli agonisti dunque (e per cui, certamente, avrebbero poco senso).
Attenzione poi, la fiera di Taipei non è più quella “fiera dell’Est” dove si andavano a prevedere le novità del mercato dell’anno successico. Sì, qualcosa c’è pure e ve ne stiamo parlando nel nostro speciale (avete dato un’occhiata? Eccolo qui), ma certamente qualcosa ci sta dicendo del mercato che verrà: le tendenze.
Cosa cambia allora?
Vi potremmo dire meno strada e meno mountain bike, ma non sarebbe corretto. Non ci sono certo meno biciclette di questo tipo sul mercato, anche se la loro visibilità a Taipei era oscurata proprio dalle nuove tendenze: è lì che sta spingendo il settore e le novità per chi ha un approccio agonistico sono pure diverse e con dettagli interessanti (li trovate sempre nel nostro speciale). Certamente sembra segnato il passo delle fat bike. Chi ce l’ha continuerà a utilizzarla, ma le vendite non hanno portato a investire su questo prodotto che, per quanto divertente, è rimasto inevitabilmente di nicchia.
Dove si spinge?
Ebike e trasportabili
Sono proprio le biciclette con motore elettrico a segnare il punto di svolta di Taipei Cycle 2017. D’altra parte è stato dichiarato anche nelle premiazioni dell’Award che si è tenuto un occhio di riguardo verso questo tipo di biciclette.
Le soluzioni ebike sono tantissime. I produttori orientali si stanno dando da fare a realizzare telai già predisposti per accogliere motori di vari marchi. Abbiamo visto qualcosa anche in fibra di carbonio e di diverse dimensioni, tanto per capire la portata della cosa. L’ebike è proposta per turismo, città e anche trasporto e configura sempre di più un allargamento di utilizzo dello spostamento a pedali anche per attività lavorative comuni.
Poi ci sono proposte anche per biciclette più tradizionali ma… con l’assistenza del motore. Se nella mountain bike la pedalata assistita ha un senso evidente (è nato anche un circuito) quello che ci ha stupito è stato vedere anche tante biciclette da corsa dotate di motore elettrico all’interno del telaio. Il fine è sempre il cicloturismo (e a scanso di cattivi pensieri quelle che abbiamo visto sono abbastanza evidenti e difficili da nascondere), ma mentre nella mountain bike il limite dei 25 chilometri orari nell’assistenza motorizzata non è un problema, sulla strada è facile andare più forte e trovarsi a pedalare su una bicicletta parecchio più pesante delle altre senza il vantaggio del motore che oltre quella velocità non aiuta più, c’è solo la zavorra da portarsi dietro (pensate ad una “tirata” a più di trenta all’ora su un falsopiano).
Vero è che alcune soluzioni sono pure molto leggere (vedere la Cipollini di cui avevamo già parlato in occasione delle fiere autunnali europee: solo 9 chilogrammi), per cui l’effettivo peso in più non è nemmeno così eccessivo. Ma la voce che gira nei corridoi della fiera è che truccare biciclette di questo tipo sia abbastanza facile. Ma ne parleremo in un altro articolo di questo (vale la pena approfondire la questione).
La bicicletta dappertutto è un altro tema abbastanza evidente della fiera di Taipei. Poterla trasportare ovunque quando non si pedala è un’idea che piace a molti e avere la propria bici al seguito tenta tutti gli appassionati. Come fare per facilitare le cose. Una tendenza molto asiatica (per noi europei decisamente meno diffusa) è la “moda” delle biciclette con ruote piccole: modelli da corsa in cui si riprende la posizione perfetta in sella ma, appunto, con ruote piccole. E allora ecco un fiorire di idee e di ruote (anche in fibra di carbonio) di questa tipologia. Il vantaggio è di avere ingombri decisamente ridotti (la bicicletta entra facilmente nel bagagliaio senza smontare le ruote) anche se si paga la maggiore sensibilità alle strade mal ridotte.
Poi ci sono le biciclette pieghevoli. Qui non parliamo solo delle pieghevoli da città, altra tendenza decisamente evidente dalla fiera orientale, ma anche di vere e proprie pieghevoli “normali”, ossia con ruote da 28″ per le stradali e mountain bike di vare misure. La voglia di portarsi dietro una bicicletta “vera”, ma con la comodità di un bagaglio ridotto, magari evitando di pagare pure biglietti e maggiorazioni, può essere una delle tendenze che vedremo presto anche da noi. Insomma, l’idea di cui avevamo visto Tom Ritchey come uno dei primi fautori (si veda qui) sembra essere stata raccolta da diverse aziende e con soluzioni tecniche interessanti.
Turismo e mobilità
Si spinge molto in questo settore tant’è che la stessa ECF (la federazione dei ciclisti europea, un po’ come la Fiab da noi) ha organizzato un incontro di aziende proprio a parlare di ciclabilità e mobilità. Decisamente alto l’interesse e gli interventi di marchi come Wtb, Bosch, Schwalbe e diversi altri nomi di peso erano proprio nella direzione di fare qualcosa insieme per spingere verso l’impiego della bicicletta. La logica di partecipazione di aziende concorrenti tra loro è: “Se facciamo fronte comune possiamo avere più clienti perché aumentano gli utenti e questo è un bene per tutti”. Ed un fronte di aziende unite e compatte ha un peso economico che val la pena ascoltare, anche da parte della politica.
Se l’impegno delle aziende è sul fronte “politico” tanto più lo è dal punto di vista pratico dei prodotti presentati. Dalle idee di bike sharing alle soluzioni pratiche per chi pedala tutti i giorni e lo fa più volentieri se ha un mezzo più adatto e con soluzioni tecniche migliori. Che non vuol dire spendere di più, ma è chiaro che se delle aziende decidono di investire in un settore vuol dire che ne hanno fiutato la convenienza e colto una tendenza in via di sviluppo.
Corsa eccetera
La bicicletta da corsa pure è in odore di evoluzione. C’è la questione dei freni a disco sul piatto che poneva un interrogativo anche a questa fiera: ci saranno ancora le biciclette con i freni tradizionali?
Certo che sì. Anzi, erano decisamente tante rispetto a quelle a disco. La risposta, se vogliamo interpretarla così è: tranquilli, ci sarà ancora un bel po’ di tempo prima di vedere scomparire i freni caliper. Anzi, probabilmente non scompariranno affatto, ma si avrà un affiancamento così come sta avvenendo tra gruppi elettronici e meccanici. Nessun produttore di gruppi pensa nemmeno lontanamente di smettere di produrre gruppi meccanici di alta gamma. Quindi nessuna paura di svalutazioni precoci, mercato obbligato e preoccupazioni simili.
Certo, poi, è curioso vedere l’attenzione per l’acciaio che c’è in Oriente. Produttori taiwanesi, cinesi e giapponesi si danno da fare a costruire telai davvero interessanti, congiunzioni ricercate che parlano di lavorazioni manuali lontane dalla produzione in serie che si attribuisce di solito all’Oriente. E per il nostro mercato di artigiani questo mercato è un numero importante.
Guido P. Rubino
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