È tutto dietro quella barriera rosso vermiglio che vediamo spesso sfuggirci via, di lato, in autostrada. Il Kilometro Rosso di Bergamo è un distretto di innovazione e quando ci entri dentro sai che quel che vedrai non è solamente ciò che appare. C’è sempre più da scoprire.
Così quando ci hanno detto “andiamo a visitare Tecnobody” non abbiamo chiesto neanche troppo. Si era capito che sarebbe stata troppo lunga da anticipare per darne i confini precisi. Meglio vedere direttamente.
Dietro pareti a vetri quel che compare sono macchine che possono sembrare da palestra, qualcosa, in effetti, c’è pure ma poi diventa tutto diverso come in un film distopico. Per capire ci metti un po’ ma la curiosità è alimentata dai nomi che circolano. Si lavora con i giocatori dell’Atalanta, tanto per dirne una, poi altri atleti.
E i ciclisti?
Ci arriviamo e ne troviamo subito uno all’opera, giovanissimo, anzi “Allievo” per le categorie federali. Cristian Mazzoleni ha un cognome che nel ciclismo si è già sentito, lo zio, Eddy, è stato un buon professionista, con un terzo posto al Giro d’Italia 2007. Lui, a 16 anni, ha ancora tutto da dire e cerca di farlo nel modo giusto. È il nostro “esempio” per mostrarci cos’è Tecnobody insieme al personale esperto che lo assiste.
Cos’è Tecnobody
È un centro di ricerca continua ma, al tempo stesso, di soluzioni come nel ciclismo non erano mai state applicate. Lo sport è una base di partenza per lo sviluppo di tecnologie che possono servire anche per chi non ha prestazioni atletiche nel mirino ma solo voglia di star bene o necessità di recuperare da un problema. Lo sport spinge in avanti una tecnologia che può diventare sempre più aperta a tutti. Lo è già in effetti e non si parla nemmeno di costi esorbitanti (ne parliamo alla fine).

Si parte dal corpo
Il corpo umano è un esempio perfetto di simmetria o, almeno, dovrebbe esserlo. Già perché, in realtà, non lo è quasi mai.
Tutto normale entro certi limiti ma poi meglio intervenire. Anzi, meglio osservare come il corpo si muove, reagisce e compensa. Perché se è vero che la nostra macchina umana è cosa meravigliosa per come riesce a equilibrarsi, se si parte da basi ottimali, il più possibile, benessere e quindi prestazione, ne risentono positivamente.
È questo, prima di tutto, che si fa in Tecnobody.
Quelle macchine che osservano il corpo
In Tecnobody hanno sviluppato strumenti in grado di osservare il comportamento del corpo e misurarne asimmetrie e imperfezioni così da poter, di conseguenza, intervenire per migliorare.
La prima valutazione cui abbiamo visto sottoposto il giovane atleta, del nostro esempio è stata su una macchina chiamata ProKin ed è dedicata alla propriocezione, ossia la capacità del corpo di riconoscersi nello spazio e stabilizzarsi. Le funzioni, come detto, nascono da fini riabilitativi, ma migliorare l’equilibrio aiuta nella coordinazione, quindi nella precisione dei movimenti che, nello sport, si traduce con l’ottimizzare energie e forza.

Andres Olivera è l’esperto di Tecnobody che vedete nelle immagini e che, in questo caso, ha fatto il doppio lavoro di effettuare le rilevazioni e raccontarne gli aspetti più o meno tecnici a noi.
Il Walker view sembra un normale tapis roulant con la differenza che, come tutte le macchine sviluppate da Tecnobody, osserva i movimenti di chi lo utilizza così da cogliere tutti i movimenti e le imperfezioni del gesto, dalla camminata fino alla corsa.
Lo specchio
In ogni palestra che si rispetti c’è lo specchio. I più attenti lo sfruttano per verificare la correttezza degli esercizi che svolgono, i vanitosi si ammirano con la scusa di valutare lo stato di forma. Il D-Wall di Tecnobody è molto di più: dice la verità con la schiettezza dello specchio della matrigna di Biancaneve, ma la precisione scientifica, qui, non ha niente di magico e permette di valutare la minima asimmetria così da poter intervenire dove si ritiene necessario. Basta saltare, da fermi, per avere i numeri precisi di spinta delle gambe, della posizione del bacino e così via. Un esempio: camminando o stando in piedi, come distribuite il peso del corpo tra le due gambe? Ecco, probabilmente troverete una analogia sulla forza impressa sui pedali che un arto esprime rispetto all’altro.
Il segreto delle macchine? La vista 3D
Come fanno queste macchine a “guardare” chi hanno di fronte? Tramite una telecamera 3D che è in grado di valutare il movimento nello spazio e coglierne tutte le caratteristiche. I sensori posizionati sotto il soggetto, nella cosiddetta “piattaforma di forza” misurano la spinta così da restituire i dati reali e un “bio-feedback” immediato.
Cosa fare di tutti questi dati
Prima di tutto si ha una valutazione generale del soggetto. Nel nostro caso si tratta di un atleta piuttosto giovane, sedicenne, che già fa ciclismo da qualche anno ed è ben impostato. Per chi deve recuperare da un trauma o da un qualsiasi altro problema, permettono di avere un quadro generale dello stato del corpo così da valutare il da farsi per la riabilitazione. Esercizi specifici che possano aiutare a migliorare vengono valutati caso per caso.
Per i ciclisti
Tecnobody è già operativa da tempo con diversi sport che vanno dal calcio all’automobilismo, l’osservazione della simmetria del corpo può risultare molto efficace per il ciclismo che spesso ha evidenziato problemi di postura da parte di atleti di vari livelli, alcuni esempi sono eclatanti anche tra chi fa attività professionistica.
Sviluppare esercizi ad hoc, che poi è il lavoro degli esperti dell’azienda, permette di recuperare il più possibile difetti di movimento che portano a migliorare la prestazione anche in modo infinitesimale (avete mai sentito parlare di marginal gains) e, prima ancora, evitare problemi che potrebbero insorgere nel tempo.
Meglio da giovani
Il corpo dei ragazzi è molto più “malleabile” dal punto di vista della postura rispetto a quello degli adulti. Si può lavorare con tutti e due, ci hanno detto gli esperti di Tecnobody, ma prima si inizia e meglio è: partire con il piede giusto con un soggetto in via di sviluppo fisico e non solo atletico permette, insomma, di prendere subito la direzione giusta senza trovarsi a dover intervenire quando le correzioni sono più difficili.
Si prosegue a casa
La base di Tecnobody è vicino Bergamo, Dalmine per la precisione, ma non serve immaginare viaggi continui in sede per proseguire il lavoro. Tecnobody sta, infatti, definendo una soluzione Homing che permette di utilizzare software e strumenti forniti dall’azienda direttamente a casa propria connettendosi in rete e anche tramite app per valutare l’evolvere della situazione, così da ottimizzare il lavoro e riservando la visita completa solo per valutare il raggiungimento dell’obiettivo prefissato.

Quanto costa?
Tecnologia molto evoluta che parte dalla visita valutativa da 150,00 euro e poi pacchetti che partono da 300,00 euro. Ma qui si tratta di vedere, poi, il lavoro specifico da fare caso per caso. Per la fase “homing”, invece, i costi sono in via di definizione.
Ulteriori informazioni: https://www.tecnobody.com