29 apr 2020 – Berk Composites non dirà molto ai più, eppure in qualche anno il marchio è riuscito a costruirsi un nome importante per tutti i “grammomaniaci” e per chi ama l’esclusività dei prodotti customs sulla propria Specialissima.
La Berk Composites è più vicina di quanto sembri. Berk è il cognome di Jure, un giovane imprenditore sloveno con un recente passato nel ciclismo attivo come corridore in un team pro-continental. Insieme ad amici e specialisti nel settore ha creato nel 2013 questa piccola ma interessante realtà producendo soprattutto selle di altissima qualità.
Dopo questo corto ma necessario preambolo, andiamo a parlare del modello di “battaglia” della Berk Composites: la sella Lupina. I dati nudi e crudi parlano di un peso dichiarato di 99 grammi, due larghezze disponibili (132 o 155 millimetri), un telaio ovale in fibra 7×9 millmetri, possibilità di averla con un rivestimento in simil-pelle oppure in nudo carbonio (lucido od opaco). Lo scafo è vistosamente aperto al centro con il duplice effetto: eliminare la pressione perinale ed eliminare peso superflo. Il peso massimo supportato è identificato in 100 kg, decisamente non pochi per questa tipologia di sella.
La Lupina di questo test è rivestita e stretta (132 millmetri) e ferma l’ago della nostra bilancia a 93 grammi. In mano non si sente, i dettagli minimalisti esternano una bella dose di classe, il ponticello di collegamento con il marchio Berk è di notevole caratura. Ponticello, tra l’altro, che si presta a interventi custom. Non sono pochi i clienti che richiedono una personalizzazione su questo elemento, come per esempio farsi stampare il proprio nome o inserire le stigma della propria nazionalità.
Salta subito all’occhio che non esistono viti, rivetti o incastri vari. Lo scafo e il telaio sono semplicemente incollati tra loro. Il rivestimento in simil-pelle non presenta la minima piega ed è chiaro che ne sia stato utilizzato un millimetro di più del necessario.
Nel montaggio bisogna assicurarsi di avere una chiave dinamometrica e di non superare i 5 Nm nella chiusura. Per il resto, nessun problema. Attenzione alla posizione perché nessuna scala e/o protezione è presente nel carrello del telaio. La forma superiore presenta già un avvallamento anche senza carico. Inoltre è immediatamente chiaro che lo scafo si deformerà con il peso dell’utente assicurando una buona seduta.
La prova
Ma veniamo alla domanda più classica: “ma è comoda?”. Ho provato tantissime selle nel corso degli anni, quello che ho imparato è che se una sella è comoda per uno non è assolutamente detto che lo sia anche per un altro. Personalmente cerco di scegliere all’interno dei modelli che hanno una forma a me conosciuta e riconosciuta per il mio ‘fondo schiena’. La Lupina rientra dentro questa famiglia e non mi ha stupito il fatto di trovarmi a mio agio dai primi e, soprattutto, agli ultimi chilometri.
Come si immaginava lo scafo flette leggermente, il che rappresenta un fattore da tenere in considerazione nel determinare l’altezza del reggisella. Il rivestimento aiuta a non scivolare dalla posizione, un problema comune quando si inizia a spingere con più veemenza sui pedali e con le mani in presa bassa.
Concludendo si puo’ affermare che la Lupina ha superato l’esame a pieni voti, anche e soprattutto dopo uscite da 4 ore, cosa non evidente per una sella dal peso cosi’ ridotto.
Prezzo
La qualità si paga ma visto che stiamo parlando di un prodotto di altissima fascia, si puo’ dire che i 235,00 euro richiesti sono assolutamente concorrenziali se paragonate con i prezzi di altre selle di nicchia come le germaniche Ax-Lightness e Tune.
Per maggiori informazioni: https://www.berk-composites.com/
Lorenzo Arena