6 nov 2017 – Questo test si inserisce in un nostro più ampio capitolo di ricerca, partito ormai da tempo, nel quale stiamo cercando di analizzare vari aspetti di come sia possibile un “risparmio energetico”, inteso come un miglioramento delle prestazioni a parità di energia utilizzata, con l’adozioni di diversi materiali, trattamenti, lubrificanti o componenti sulle nostre specialissime.
Quando abbiamo pensato a questo test in particolare sapevamo di entrare in un ambito nel quale la discussione è molto aperta e le opinioni in merito molteplici: i vantaggi dati dall’adozione di corone ovalizzate. Ne avevamo già parlato, si veda negli articoli che riportiamo sotto:
>>> I vantaggio della guarnitura ovale secondo Rotor
I vantaggi di questa scelta, seppur ormai ampiamente dimostrati, sembrano non convincere fino in fondo la maggioranza degli utilizzatori che preferisce rimanere sulle classiche corone tonde.
L’intenzione è quindi quella di cercare di esporvi le nostre sensazioni nell’utilizzo ed i benefici che si possono trarre da questi particolari componenti.
Con questo test siamo voluti andare anche un po’ oltre: abbiamo anche voluto aumentarne la dentatura rispetto al nostro standard per testare sulle nostre gambe la nuova tendenza all’utilizzo di rapporti più grandi. Sembra infatti che le ultimissime ricerche in tal senso abbiamo dimostrato come il tenere la catena il più dritta possibile (evitando cioè di pedalare a lungo con la catena non perfettamente dritta) diminuisca in maniera sensibile la generazione di attriti, consentendo così a parità di sforzo una migliore resa della pedalata.
Giusto per fare un esempio per i più avvezzi ai numeri: prese due combinazioni di rapporti con uno sviluppo metrico quasi identico di circa 8,50 metri, 52×13 e 55×14, pedalare con il 55×14 consente una posizione della catena che genera meno attriti. Questa è la spiegazione del perché i professionisti nelle occasioni delle gare a cronometro montino spesso rapporti con dentature mostruose, come il 58×11 visto macinare a Dumoulin nella crono finale dell’ultimo Giro d’Italia.
Parliamo chiaramente quasi di inezie, il risparmio atteso in termini di watt è di poche unità, ma se questi accorgimenti sono utilizzati anche dai vincitori delle più importanti gare a tappe degli ultimi anni senz’altro il beneficio c’è.
Rivolgersi ad AriBike è stato quindi indispensabile per la nostra esigenza, cioè una corona ovalizzata con dentatura personalizzata: parliamo di una vera particolarità del nostro mercato, un’azienda totalmente Made in Italy che opera nel novarese creando anche in pezzo unico corone, pignoni ed accessori per qualsiasi ambito di applicazione, dalla strada, alla mtb, alla pista al mondo dei tandem. http://www.aribike.it
AriBike, pur realizzando qualsiasi tipo di corona, è specializzata nell’ovalizzazione, proponendo addirittura una doppia linea di prodotto: la linea STRONG destinata all’allenamento e la linea RACE per le competizioni. Le linee si differenziano per l’angolo di ingaggio dell’ovale.
Opportunamente però è la stessa azienda a consigliare un congruo periodo di adattamento per chi viene dalle classiche corone tonde, l’ideale dicono è partire con le STRONG che sollecitano meno le fasce muscolari per poi passare alle RACE, magari in stagione agonistica.
In proposito vale la pena segnalare un bel video sul loro canale Youtube di AriBike:
La prova
Oggetto del nostro test è stata quindi una doppia corona ovalizzata RACE con dentature 55×42 che abbiamo montato su bici da crono ed utilizzato sia in allenamento che in gara per circa 8.000 km in piena stagione agonistica da maggio ad ottobre.
L’abbiamo voluta rossa, in pendant con la colorazione del nostro telaio, perché altra specialità di AriBike è la realizzazione con colori, grafiche e bulloneria a scelta del cliente con combinazioni davvero infinite.
Per non far mancare davvero nulla al nostro test abbiamo montato le corone dapprima su di una pedivella FSA in carbonio e poi su una InfoCrank in alluminio dotata di misuratore di potenza per testarne anche il livello di compatibilità con i powermeter: in tutte le fasi di montaggio e smontaggio non abbiamo mai registrato il benché minimo problema così come alla distanza non si sono mai presentati inconvenienti come scricchiolii, allentamenti o simili.
Ci vuole cura nel registrare il deragliatore anteriore, questa si è un’operazione che richiede molta precisione (fatevi aiutare dal vostro meccanico di fiducia, ndr), ma poi le cambiate sono sempre perfette sia all’anteriore che al posteriore: le corone AriBike non incidono minimamente né sulla qualità della cambiata né sulla velocità di salita e discesa della catena.
La casa consiglia, e lo fa proprio per scritto con una nota all’interno del pacco che contiene le corone, di utilizzare catene di alta gamma evitando prodotti scadenti e di media gamma. D’altra parte le creazioni di AriBike sono realmente delle opere d’arte, date un’occhiata ad alcune delle nostre foto per rendervi immediatamente conto della qualità della lavorazione in ogni dettaglio, e come tali richiedono qualità.
Per quanto riguarda il grado di ovalizzazione l’azienda è rimasta molto abbottonata anche con noi e non ha voluto rivelarci la percentuale precisa: la loro ricerca in tal senso è stata notevole nel tempo ed i risultati ottenuti sono giustamente secretati.
Possiamo dire che, sulla base delle nostre sensazioni, l’ovalizzazione si fa sentire pur non essendo estrema in “stile Froome”: sono necessarie una decina di uscite, magari con chilometraggi ridotti, per adattarsi completamente ma una volta metabolizzato il cambiamento i benefici sono abbastanza evidenti.
Adattamento e rapporti più lunghi
È stato sorprendentemente facile “digerire” anche l’aumento di dentatura grazie all’ovalizzazione ed anzi con un’adeguata scala di rapporti al posteriore abbiamo avuto modo di notare come si tenda effettivamente ad utilizzare qualche dente in più al posteriore a tutto vantaggio, per l’appunto, della posizione lineare della catena.
Nell’utilizzo su strada infatti le corone Race di AriBike si fanno sentire soprattutto nei tratti in cui la catena rimane a lungo in tensione: quasi impercettibile quando si pedala in gruppo, il vantaggio della corona ovale si evidenzia in maniera invece sensibile quando ci si trova a pedalare da soli col vento in faccia per lunghi tratti, sia in pianura che in salita. Seppur il gesto atletico rimanga ovviamente identico a cambiare è soprattutto la distribuzione dello sforzo: eliminare i punti morti della pedalata ha indubbi vantaggi soprattutto dal punto di vista muscolare e, almeno nel nostro caso, questo si traduce in un minor appesantimento di alcune fasce del quadricipite.
Il beneficio si sente anche in salita, preferibilmente su pendenze non estreme e piacevolmente soprattutto nei momenti in cui si è più stanchi: quando infatti l’affaticamento ci porta a peggiorare il gesto della pedalata e come si suol dire si tende a “stantuffare” imprimendo forza quasi esclusivamente nella fase di spinta, questa corona ovalizzata permette di rendere più armonioso il gesto a tutto vantaggio non tanto della velocità ma senza dubbio della resistenza, grazie a una distribuzione dello sforzo decisamente più controllata ed armoniosa. La rotondità della pedalata in questi frangenti è veramente notevole, quasi più che in pianura e non serve una gamba molto sensibile per avvertirla: assecondandola ci si impone un gesto più “rotondo” si riesce a rendere meno impegnativa la fase di spinta lasciando qualche forza in più per il richiamo del pedale nella fase di salita.
Non andrete quindi più forte ma sfruttando al massimo l’ovalizzazione il vostro dispendio sarà più lineare permettendo un minor decadimento della prestazione.
Ecco quindi che la corona ovale può trovare un suo utilizzo, oltre che in competizioni estreme come le cronometro, anche nell’uso di tutti i giorni soprattutto per chi tenda ad avere una pedalata poco rotonda (vizio abbastanza comune soprattutto in chi non possiede una buona elasticità muscolare o si sia avvicinato al mondo delle due ruote in età non giovanissima).
Per il triathlon di lunga distanza poi, come nella nostra prova, una corona di questo tipo offre davvero il meglio di sé.
Maggiori informazioni su http://www.aribike. ma anche sulla pagina Facebook dell’azienda.
Massimo Giacopuzzi
Massimo ciao,
premetto che sono un amamtore normale, un passista senza capacità particolari con valori di potenza medi e percorrenze annuali intorno agli 8.000 km.
Le ho provate anch’io (versione Race) per quasi un’anno e onestamente non ho trovato tutta questa differnza, anzi il beneficio maggiore lo ho notato quando sono tornato alle tonde.
Le ho tolte perchè ho notato che rispetto ad altre corone ovali di maggior diffusione hanno montato le pedivelle ruotate indietro di quasi 90°, questo vuol dire che una delle due penalizza la pedalalta invece di aiutarla, chi ha ragione? Non lo so, ma non possono aver ragione entrambi.
Ciao
Emanuele