9 set 2018 – È da qualche anno che molte case produttrici di occhiali, anche le più prestigiose, stanno investendo in ricerca e sviluppo per riuscire a proporre un prodotto che andando oltre la “sola” funzione occhiale che possa offrire qualche funzionalità in più.
Abbiamo avuto modo di provare varie soluzioni oggi presenti sul mercato ma una volta adocchiati in rete questi nuovi Raptor di Everysight la curiosità di provarli è stata tanta.
Everysight è nata nel 2014 come costola di Elbit System ltd, azienda leader internazionale nel settore dei display montati su casco: in tre anni di sviluppo riesce oggi a proporre, con i Raptor, un prodotto che non ha assolutamente pari sul mercato.
Ecco, nel video, cosa si vede attraverso la lente frontale senza distogliere lo sguardo dalla strada:
Definire occhiali i Raptor è riduttivo: a dire il vero è anche difficile trovarne una definizione adeguata visto che tra le tantissime funzioni troviamo la proiezione di informazioni direttamente all’interno della lente. Ci sono la rilevazione GPS, la possibilità di scattare foto e registrare video in alta definizione con relativa registrazione dell’audio, la possibilità di navigazione con indicazioni in tempo reale con mappe gratuite disponibili in tutto il mondo, la possibilità di caricare e seguire allenamenti personalizzati. Poi si possono collegare allo smartphone per ricevere qualsiasi tipo di notifica, caricare una propria playlist mp3 ascoltandola senza auricolari grazie al mini altoparlante integrato. Tutto questo controllabile con semplici gesti sul touchpad integrato nella montatura.
Non si tratta però di un esercizio di stile da esporre in qualche fiera ma di un vero e proprio prodotto finito, ormai lanciato sul mercato globale, con un proprio servizio assistenza dedicato (abbiamo avuto modo di testarne la velocità di risposta inviando qualche mail per delucidazioni sulle varie funzioni), disponibile in tre colorazioni (Electric Green, Stealth Black ed Artic Blue) con due possibili configurazioni di memoria interna a 16 o 32GB.
Con premesse del genere, all’arrivo della scatola non siamo andati troppo per il sottile nell’unboxing ansiosi di toccare con mano questo gioellino concentrato di tecnologia. In ogni caso la scatola è decisamente elegante e soprattutto molto solida: all’interno troverete oltre agli smartglass, anche una custodia con panno per la pulizia, un caricabatteria, un cavo micro USB, la guida rapida e le informazioni obbligatorie sulla sicurezza.
La prima cosa da fare è una carica completa della batteria: all’estremità finale della stanghetta sinistra è magistralmente nascosto e coperto da un cappuccio in plastica la presa micro usb. Durante la carica avrete indicazione dello stato attraverso un led presente sempre nella stessa stanghetta.
Utilizzo
Una volta terminata la carica sarete pronti all’uso: il tasto di accensione, l’unico presente sugli smartglass, si trova nella parte bassa della stanghetta sinistra.
Diciamo subito che i Raptor non sono uno di quei prodotti che una volta tolti dalla scatola posso essere usati immediatamente e semplicemente, anzi. Sarete forse quasi spaesati nei primissimi approcci con le moltissime funzioni presenti, quindi il nostro consiglio è quello di partire per gradi iniziando con l’associazione dei Raptor ai vari dispositivi come lo smartphone, la fascia cardio ed il rilevatore di potenza. L’associazione è rapida e semplicissima attraverso l’ormai classico protocollo ANT+.
Una volta accesi e indossati troverete il menù proiettato direttamente sulla lente e potrete navigare tra le varie voci attraverso la comodissima zona touchpad all’esterno della stanghetta destra. Questa zona è molto sensibile, anche con dita sudate, e riceve comandi, oltre che con le 4 direzioni, anche con tocco semplice, doppio tocco e tocco prolungato.
Una volta associati i vari dispositivi che si vogliono utilizzare, consigliamo di procedere con le regolazioni dello “schermo”: come avrete ormai capito lo schermo altro non è che l’interno della lente dell’occhiale sulla quale un proiettore vi permette la visualizzazione. Si tratta di BEAM, una tecnologia brevettata da Everysight che permette di mantenere comunque una visuale assolutamente libera e non disturbata sull’ambiente circostante, concentrandovi sulla proiezione solo quando lo volete.
Oltre all’intensità della proiezione potrete regolarne anche la posizione sulla lente, ci sono a disposizione cinque pagine personalizzabili con informazioni di velocità (corrente, media, massima, e così via), potenza, battito, distanza, timer e tutte le info classiche presenti sui dispositivi GPS. Ogni pagina di info ha campi di grandezza diversa in modo che possiate tenere in evidenza quelli di vostro maggior interesse (questa regolazione può essere comodante fatta da smartphone attraverso la app dedicata disponibile sia per Ios che Android).
Terzo passo che consigliamo è scaricare l’app dedicata e, attraverso pc, creare il proprio profilo sul sito https://go.everysight.com.
Da qui sarà più facile prendere confidenza con le opzioni disponibili ed inserire le informazioni personali (età, altezza, peso, info sui materiali, etc). È prevista la possibilità, per i più tecnici, anche di inserire i proprio valori cardiaci, la FTP in watt e la cadenza ideale di pedalata.
Con questi valori il sistema calcolerà in percentuale le varie soglie disponibili e, addirittura, vi segnalerà con diverse colorazioni della proiezione del dato sulla lente quando superate certi range. Ad esempio, impostando una FTP di 300w il dato watt cambierà colorazione da verde a giallo, ad arancio fino a rosso al salire dell’intensità inviata dal vostro powermeter. Questa funzione l’abbiamo trovata davvero molto utile.
Si parte
Terminate queste tre fasi preliminari siete pronti per il vostro primo giro in bici. A dire il vero la sensazione, una volta indossati i Raptor, è veramente quella di essere Maverick in TopGun: la regolazione finale del nasello permetterà di trovare il giusto assetto.
A questo punto, dobbiamo dirlo, qualche piccolo limite si inizia a notare: il peso del sistema non è quello di un classico e semplice occhiale; d’altra parte non potrebbe esserlo dovendo i Raptor contenere oltre ai vari sensori anche la batteria, le fotocamere, l’altoparlente e il proiettore. Numeri alla mano il sistema pesa circa il doppio (abbiamo registrato su bilancia elettronica 103 grammi) rispetto ad un occhiale tradizionale il cui peso si aggira mediamente tra 50 e 60 grammi. Anche l’ergonomia e gli ingombri generali non sono quelli tradizionali: nelle varie prove fatte con diversi tipi di casco ci è capitato qualche caso in cui le stanghette entrassero in contatto con il casco in certi movimenti (ad esempio quando si rimane accovacciati in sella in presa bassa).
Altro piccolissimo fastidio, questo forse però un po’ personale, è il fatto che la montatura aumenta di temperatura in certi frangenti, ad esempio quando si fa lavorare a fondo ed in maniera prolungata il processore. È un riscaldamento inevitabile per una tecnologia simile e magari in inverno potrebbe pure far piacere questa leggera sensazione di tepore nella parte alta della montatura e quindi della fronte.
Questi piccoli appunti che muoviamo al prodotto non vi diano però l’impressione di un giudizio generale negativo, anzi. Siamo rimasti stupefatti dalla quantità di funzioni e di opzioni, dalla qualità della proiezione, dalla complessità di tutto il sistema (occhiale, app, e settaggi) ma soprattutto dall’assoluta stabilità del tutto. Dal punto di vista funzionale non siamo mai stati in grado di mettere in crisi il sistema, non abbiamo mai registrato blocchi o inceppamenti nella navigazione dei menù, la lettura dei dati si è sempre dimostrata immediata e precisa: su questa va fatto veramente un plauso grosso così agli sviluppatori che hanno creato qualcosa di unico ed efficace.
Costi e considerazioni
Per quanto riguarda il costo non è facile parametrare un prodotto del genere con altro perché come dicevamo i Raptor rappresentano davvero un unico oggi sul mercato: i 749,00 euro con cui vengono proposti (spesso però vengono fatte delle promozioni) potrebbero trarre in inganno, ma dobbiamo ricordare che stiamo acquistando oltre a un ottimo occhiale, un sistema gps con possibilità di navigazione, una fotocamera, una videocamera, e molto molto altro.
La valutazione finale non può che essere decisamente positiva: seppur condizionata da alcuni inevitabili limiti fisici (certamente migliorabili nel tempo) questa è la tecnologia del futuro e con buona probabilità la vedremo presto applicata anche da altri. I possibili campi di applicazione sono innumerevoli: si potrebbe già ad esempio facilmente immaginare un casco con visiera, proiezione e altoparlanti integrati.
Al contrario si potrebbe forse muovere l’obiezione di aver voluto concentrare fin troppe cose in questo sistema: potrebbe essere interessante anche un versione “light” più leggera e sottile, indirizzata all’uso prettamente sportivo, con funzionalità limitate eliminando gli altoparlanti, la navigazione e magari anche le fotocamere per avere un prodotto leggero e filante ma comunque tecnologicamente avanzatissimo.
I Raptor sono una base di partenza, la pista di lancio da cui partiva Maverick: con lo sviluppo si potrebbero creare soluzioni ancora inimmaginabili. La realtà aumentata è ormai veramente a un passo.
Ulteriori informazioni: https://everysight.com/
Massimo Giacopuzzi