[easy-tweet tweet=”Test PowerTap P1. Ecco perché sono utili:” user=”cyclinside” hashtags=”potenza, powermeter, powertap, test”]Anche se in italiano non sappiamo ancora bene come chiamarlo (potenziometro, wattometro? Misuratore di potenza forse è la definizione più corretta anche se lunga), non c’è dubbio sul fatto che il powermeter sia l’oggetto del momento nel mondo del ciclismo. Moltissime le proposte del mercato, varie le tecnologie applicate (rilevazione diretta, strumenti di calcolo in via indiretta, e così via), svariate le categorie di prezzo. Ma cerchiamo di capire perché si spinga così tanto in questa direzione e, soprattutto, quali sono i vantaggi che questa “metodologia watt” possa portare a tutti noi comuni mortali.
Perché il misuratore di potenza?
Si è studiato e scritto moltissimo in merito, ed ormai il mondo del professionismo è totalmente dipendente dai watt, sia durante la preparazione che nelle competizioni. Si arriva addirittura a casi limite come Chris Froome che, nei momenti decisivi del Tour de France, guarda più il proprio ciclocomputer che la strada. Ma lasciamo da parte i professionisti che sono un mondo a sé e torniamo con i piedi per terra alle nostre uscite amatoriali.
Diciamo subito da che parte stiamo: il wattaggio non è assolutamente un capriccio per un amatore, anzi. Meno potenza si ha a disposizione più diventa utile il parametro watt, a patto di saperlo leggere ed interpretare. Il numero in sé, infatti, non porta alcun valore aggiunto ai classici parametri di cadenza e, soprattutto, battito cardiaco su cui siamo abituati a ragionare; così come non è così importante l’assoluta precisione dello strumento, rimanendo assolutamente accettabile un minimo scarto.
Ciò che conta dicevamo è saper interpretare il dato perché, sapendo leggerlo, è più preciso anche del dato del cuore e permetterà realmente di usufruire al massimo di tutta la potenza a disposizione, “spalmadola” accuratamente sul tragitto che si va ad affrontare
Con un esempio sarà tutto più chiaro: mi accingo a pedalare una salita di 5km, magari fatto tante altre volte in allenamento, e la voglio fare nel minor tempo possibile. Cosa faccio? C’è chi guarda il cuore, chi la velocità, chi va a sensazione. Tutto lecito, ma siamo sicuri che basti?
In realtà, ed è la fisica che lo dice, il dato più oggettivo è senz’altro la potenza. I battiti del cuore hanno un periodo di “latenza”, cioè di risposta allo sforzo, abbastanza lungo: nel primo minuto o anche più di sforzo i battiti del cuore, che vanno a crescere, non dicono esattamente la quantità di sforzo che stiamo affrontando col rischio di andare subito fuorigiri impegnandosi in uno sforzo controproducente che compromette il resto della salita.
La velocità è un dato ancor meno affidabile sia perché la strada non avrà mai una pendenza costante sia perché può essere influenzato da tante altre variabili come il vento, un tornante, uno strappo secco…
Se ne deduce, quindi che avere un riferimento oggettivo sull’intensità dello sforzo, espresso in watt, ha innumerevoli vantaggi perché una volta compreso il valore che permette di “non saltare”, si avrà la certezza che impostando lo sforzo su quel valore e rimandendovi costante si sarà in grado di scalare la nostra salita di 5km al meglio delle possibilità, abbattendo tutte le variabili come vento, pendenza e tornanti. Con l’allenamento mirato poi si potrà alzare questo valore, migliorando di conseguenza le prestazioni.
Da questa lunga introduzione si capisce perché strumenti come i pedali P1 di PowerTap, che abbiamo provato a lungo, siano oggi così importanti.
POWER TAP P1
Il packaging è semplice e dà immediatamente l’idea di quanto questo prodotto sarà di semplice installazione. Oltre ai pedali c’è un libretto istruzioni di una decina di pagine, tacchette dedicate di colore rosso con possibilità di movimento di sei gradi (nelle istruzioni c’è la precisa indicazione che non sono compatibili col sistema Keo), serie completa di viteria per applicazione delle tacchette.
Peccato non sia prevista una seconda serie di tacchette, magari con possibilità di movimento minore, in stile Look Keo grigie, che ormai rappresenta uno standard davvero molto diffuso.
INSTALLAZIONE
Siamo di fronte ad un prodotto che in informatica si direbbe “plug and play”, l’installazione è davvero rapidissima: una volta montati i pedali, con l’aiuto della classica chiave a brugola (consigliabile l’uso della dinamometrica) siamo già pronti per salire in sella ed iniziare a ricevere il dato potenza.
Non è necessaria nessuna calibrazione, i pedali sono già calibrati in fabbrica e basterà associare il dispositivo al ciclocomputer predisposto tramite il protocollo ANT+ o Bluetooth.
È consigliabile una semplicissima calibrazione statica, che va fatta da fermi e impiega solo alcuni secondi: in questa fase consigliamo di tenersi lontani da altre fonti ANT+ (ad esempio la fascia cardio) che potrebbero generare un conflitto. In questa calibrazione statica non è necessario porre attenzione alla posizione dei pedali, qualsiasi posizione andrà bene.
Pronti, via quindi: un lampeggio verde di un led sul fianco interno del pedale vi segnalerà che sta avvenendo correttamente la trasmissione sia del dato cadenza che di potenza.
Il settaggio iniziale è fatto per pedivelle da 172,50mm ma attraverso la app dedicata, disponibile solo per Iphone (questa si però è un po’ una pecca) è possibile modificare la lunghezza delle pedivelle.
Il CORPO DEL PEDALE
Come vedete in foto il corpo del pedale si presenta abbastanza massiccio rispetto alle linee ormai davvero scavate cui ci stanno abituando i modelli di ultima generazione.
In realtà il peso effettivo della coppia di pedali non è elevatissimo: abbiamo registrato 430 grammi reali comprensivi delle batterie installate. Le batterie, le classiche ministilo (AAA), sono allocate all’interno del corpo pedale chiuse dal tappo arancio ben visibile sul lato esterno. Quando si scaricano le batterie sarà sufficiente sostituirle. Non trattandosi di batterie integrate non si è costretti all’invio alla casa madre con conseguente perdita di tempo.
Abbiamo riscontrato come la durata media di una buona batteria si aggiri intorno alle 60 ore di utilizzo: consigliamo, al proposito, l’uso di batterie al litio preferibili alle tradizionali perché più potenti. Oppure delle ricaricabili.
Nella sostituzione delle batterie va posta però un po’ di attenzione a non rovinare con la brugola il tappo arancione: il tappo infatti è in alluminio abbastanza morbido e la brugola di dimensioni generose. Meglio essere precisi insomma. Evidente la cura dei dettagli: il tappo presenta al proprio interno un OR in gomma che evita infiltrazioni d’acqua; stampati sul lato esterno si trovano i dati per il serraggio con la chiave dinamometrica e anche il verso di inserimento della batteria.
Purtroppo la perdita di carica della batteria non è segnalata in alcun modo dal pedale al ricevitore: nel nostro test ce ne siamo accorti per una perdita di regolarità nella trasmissione del segnale. Attraverso la app PowerTap Mobile è però possibile verificarne lo stato ed avere accesso ad altri dati di calibrazione come la lunghezza delle pedivelle, o eseguire l’aggiornamento Firmware.
IN SELLA
Nell’utilizzo non si avvertono differenze rispetto ai tradizionali pedali a sgancio rapido: il piano di appoggio presenta, praticamente, la stessa larghezza dei pedali Look ed è inoltre possibile intervenire sulla rigidità della molla di rilascio in modo da poter riproporre la stessa condizione cui si è abituati.
Va verificata con attenzione, però, la distanza reale del piede dall’asse. Nei pedali P1 l’appoggio è circa 2 millimetri più elevato rispetto ai pedali tradizionali: qualora nei pedali cui si è abituati l’appoggio sia di qualche millimetro inferiore bisognerà modificare anche l’altezza sella per non pregiudicare la posizione in bicicletta. In generale, ad ogni cambio di pedali, bisogna sempre verificare la distanza effettiva tra il piede e l’asse del pedale.
Nessuna variazione, rispetto al sistema Keo, nemmeno nel cosiddetto fattore Q.
La prima impressione che si ha nell’uso di questo strumento è quella di qualcosa di molto regolare: è davvero difficile trovarsi di fronte a dati anomali, picchi di potenza incomprensibili o ritardi nella risposta: nel nostro test abbiamo affrontato le situazioni più diverse avendo sempre un ottimo riscontro di precisione e costanza.
E non si tratta di un’impressione: poter usufruire di uno strumento affidabile permette di usufruire al meglio del vantaggio che il dato della potenza può dare.
La prova in competizione
Come sempre un esempio concreto sarà un’idea ancora migliore: proponiamo il grafico di una competizione di lunga distanza che abbiamo affrontato con i pedali P1.
Si trattava di una competizione di triathlon di lunga distanza, quindi con scia vietata, nella quale la frazione bici proponeva una distanza di 160 chilometri circa con ben 2700m di dislivello, seguita poi da una frazione run di 30 chilometri.
In competizioni del genere la frazione di bici diventa cruciale in quanto si deve spendere il giusto: pedalare il più forte possibile ma in modo molto regolare, evitando fuorigiri o lunghi periodi in soglia per risparmiare energie che saranno poi indispensabili nella corsa.
Nel grafico c’è in grigio il riferimento dei watt, in verde l’altimetria e in rosso i battiti del cuore: è chiarissimo come, ad un attento uso del dato di potenza consegua una curva del cuore decisamente regolare. In particolare le tre salite sono state affrontate tutte con la stessa intensità senza picchi che sarebbero diventati controproducenti.
Chiaramente questo è solo un aspetto delle svariate possibilità di utilizzo del power meter, in allenamento ci si potrà approcciare in maniera del tutto differente con esercizi, ripetute ed intervalli.
Conclusioni: un prodotto al top
La conclusione del test non può che essere positiva: pur con qualche aspetto migliorabile, i pedali P1 sono davvero un prodotto notevole: precisi, rapidi, facilissimi da installare, comodissimi in quanto non necessitano di alcuna calibrazione.
Sono tra i primissimi misuratori di potenza a poter realmente essere utilizzati in pochissimi minuti dall’apertura della scatola e non è cosa da poco: nella nostra persolissima classifica dei misuratori di potenza collochiamo per questo i P1 tra i primi posti,.
La somma tra questa loro caratteristica “plug and play” e la costanza e rapidità di risposta danno un risultato veramente vincente anche per la costanza e ripetibilità del dato. Questo, eventualmente, rende il prodotto perfetto anche se ci fosse qualche punto percentuale di imprecisione.
Il prezzo al pubblico è di 1.299,00 euro
Sul sito www.powertap.com/product/powertap-p1-pedals potrete trovare tutte le altre informazioni sul prodotto.
Massimo Giacopuzzi