1 ott 2019 – Dobbiamo essere onesti, stavolta l’approccio con questo test non è stato dei più facili. Iniziando la prova della nuova Iron Evo SD Superflow di Selle Italia, ci aspettavamo delle sensazioni diverse ed in prima battuta siamo rimasti un po’ spiazzati.
C’è anche da considerare che avendo provato in lungo e in largo la vecchia versione della Iron, sella dedicata e specifica per il mondo crono/triathlon, credevamo di avere a che fare con una sorella di quella versione, magari rivista e migliorata.
Invece ci siamo immediatamente accorti di avere a che fare con un prodotto totalmente diverso, un progetto che si stacca notevolmente dal precedente e porta questo modello a un livello decisamente superiore.
Il modello specifico della nostra prova l’Iron Evo Kit Superflow in misura Idmatch S, dal peso verificato di 240 grammi.
Seppure sia abbastanza contenuto non siamo però di fronte ad un peso piuma rispetto ad altre selle simili. È anche vero che nella bici da crono/triathlon il peso è un elemento secondario.
Il test si è svolto su una bicicletta, appunto, da triathlon con la quale abbiamo preparato e corso varie competizioni su lunga distanza che ci hanno permesso di portare all’estremo tutte le caratteristiche della sella. La stessa casa produttrice, come logico, raccomanda questa sella per le distanze più lunghe proponendo invece già per la distanza olimpica altri prodotti.
La prima indicazione che riteniamo opportuno darvi è che indipendentemente da qualsiasi sella “scendiate”, per la nuova Iron serve un po’ di tempo: non siamo di fronte ad un prodotto dove il feeling è immediato, la forma è davvero particolare sia in punta che nel retro, serve qualche uscita lunga per prenderci le misure e per capirla. Non abbiate quindi fretta e soprattutto non approcciatevi a questa sella nelle immediate vicinanze di una competizione: datevi un giusto tempo di adattamento perché sicuramente ne varrà la pena.
Innanzitutto, qualche annotazione pratica per la primissima fase di montaggio: la sella ha un’altezza davvero notevole. Ovvero la distanza in centimetri tra il bordo superiore dell’imbottitura e la parte inferiore del telaio è decisamente superiore a quella delle selle tradizionali da strada. Quindi per mantenere inalterata “l’altezza di sella” dovrete probabilmente intervenire anche sul reggisella abbassandolo un poco.
La prima sensazione che si ha salendo è quella di una morbidezza quasi eccessiva, la Iron restituisce in maniera molto molto ovattata le sconnessioni del terreno e le vibrazioni. In realtà capirete presto che l’imbottitura non è assolutamente troppo morbida ma sono proprio la struttura ed il telaio in carboceramica ad assicurare un assorbimento davvero eccellente.
La sensazione immediatamente successiva sarà quella di essere seduti su una forma davvero particolare, difficilmente troverete riscontri già provati in precedenza anche se avete già usato altre selle dedicate al triathlon.
Ed è qui che dovrete avere pazienza.
La Iron offre risposte molto diverse a seconda della posizione che si assume: così ad esempio nella classica posizione aerodinamica, quindi pedalando in punta, questa sensazione di stranezza svanirà subito per lasciar invece posto ad un piacevolissimo comfort. La base di appoggio nella parte anteriore è davvero molto molto larga e il canale centrale riesce a scaricare in maniera sensibile il peso del nostro corpo. Ne risulta una seduta quasi naturale, leggera anche in fase di spinta, mordida ma non “flaccida”. In questa posizione si sente lavorare egregiamente il tessuto “grippante” che assicura stabilità ed evita quegli scivolamenti in avanti che, oltre a farci perdere l’armonia del gesto e qualche watt, debbono poi essere corretti fastidiosamente arretrando la posizione. Qui siamo davvero stabili, comodi, fermi: nelle lunghe distanze è davvero impagabile.
Quando abbandoniamo la posizione aerodinamica e torniamo a pedalare in centro sella si avverte nettamente il cambio di forma dello scafo, addirittura la seduta centrale e posteriore è forse più alta di qualche millimetro rispetto alla punta. Anche in questa posizione centrale il Flow (foro centrale) svolge in modo evidente la sua funzione di scarico del peso.
È qui però che qualcuno potrebbe non sentirsi esattamente a suo agio, o perlomeno non subito: lo scafo si allarga molto ed in maniera repentina. Se la sella non è della giusta misura o nella perfetta posizione si potrebbe risentire di qualche pressione sulle ossa ischiatiche: a maggior ragione quindi prima dell’acquisto fatevi consigliare da un esperto del sistema Idmatch che vi fornirà l’esatta misura e qualche info utile sul vostro posizionamento individuale.
Una nota davvero di merito va fatta sulla qualità del doppio rivestimento: la parte opaca ha le consuete ottime caratteristiche di resistenza tipiche di Selle Italia, mentre il nuovo materiale lucido, come abbiamo già detto, ha una seconda funzione “grippante” ossia impedisce scivolamenti e slittamento indesiderati. Avendo ormai testato negli anni diverse soluzioni similari proposte dal mercato, va detto che questa è senz’altro tra le più efficaci oltre che di ottimo impatto estetico.
Una sella specifica quindi, per certi aspetti quasi estrema, adatta ad un uso particolare di crono e triathlon su lunga distanza. È tutt’altro che “piatta”, nel senso che presenta almeno due o tre sedute diverse ognuna con i propri vantaggi: una volta adattati saprete sfruttarla al meglio.
SCHEDA TECNICA
- Peso: 240 grammi
- Telaio: Carbon/Keramic Ø7×9 mm
- Dimensioni: 132×256 mm
- Categoria: Performance
- Prezzo: 249,90
Ulteriori informazioni: https://www.selleitalia.com/it/selle/
Massimo Giacopuzzi