26 apr 2016 – Il peso, pure eccezionale, è la seconda cosa che si nota di questa sella. La prima è certamente la sua lunghezza. La Specialized Power è una sella decisamente corta e non certo per tenere il peso ancora più basso (anche se ci riesce molto bene).
Si presenta bene, la confezione in cartone pesante è contenuta all’interno di una sacca da trasporto molto elegante in microfibra. La versione che abbiamo avuto da provare è la top di gamma. Fibra di carbonio per lo scafo e anche per il telaio.
La forma
Specialized ha disegnato tutta la sella con la fibra di carbonio e ha scelto una geometria elaborata seguendo le zone di pressione. Da qui è nata questa forma decisamente particolare.
«Abbiamo elaborato questa forma dopo che alcuni atleti ci hanno riferito di fastidi nella zona perineale – avevano spiegato i tecnici Specialized al momento della presentazione di questo modello – e studiando la situazione avevamo visto che dipendeva da come alcuni, nella posizione più aerodinamica, ruotavano il bacino».
Da qui è nata la forma che prevede la parte anteriore più corta e l’apertura centrale. La Power, nelle sue diverse versioni, ha una forma che ricorda la Sitero, sella pensata per triathlon e cronometro (dove si può beneficiare della minore lunghezza per avanzare l’appoggio senza incorrere nella mannaia del regolamento), ma ne rielabora il concetto per dare una comodità a lungo termine e per tanti chilometri. In tutti i ragionamenti fatti gli esperti di Specialized non parlano nemmeno di sella da uomo o da donna. Semplicemente fanno riferimento alla “larghezza di sella corretta”, concetto che va oltre alle differenze di sesso tra ciclisti poiché hanno sperimentato come spesso le esigenze si sovrappongano, per cui una sella può essere perfettamente adatta sia agli uni che alle altre.
La struttura
Tanta fibra di carbonio, sia nello scafo che nel telaio. È la fibra di carbonio FACT, come la chiamano in Specialized, che sarebbe il risultato di una ottimizzazione del composito a seconda dell’impiego per cui è destinato. Qui gioca un ruolo importante anche la disposizione della fibra. L’appoggio sulla sella risulta confortevole anche al di là dell’imbottitura piuttosto sottile della sella. Dipende dal concetto “Body Geometry”, ossia dalla forma elaborata partendo dall’analisi delle zone di pressione, ma la realizzazione è un gioco di fibra di carbonio ben evidente osservando lo scafo. È un gioco di nervature e ispessimenti che si traducono in elasticità di appoggio. Sensazione evidente appena ci si siede su. La sella accoglie e dà subito la sensazione si seguire la seduta, non rimane rigida costringendo ad adattarsi al nuovo appoggio.
L’elasticità è il risultato delle caratteristiche del composito anche del telaio in composito. La capacità di assorbire le vibrazioni, una volta in strada, è una sensazione evidente, anche se si viene da selle piuttosto comode.
La prova
Prima di montare la sella bisogna avere ben chiara la posizione ideale sulla bicicletta che si vuole ottenere. Guai ad andare a occhio, né si può fare riferimento alla distanza della punta della sella rispetto a qualche punto della bicicletta come si fa normalmente. Qui ci sono tre centimetri in meno e si andrebbe inevitabilmente a sbagliare mantenendo gli stessi riferimenti.
Quello che conviene aver chiaro è il centro anatomico della sella. Ossia il punto di appoggio delle ossa ischiatiche che, in definitiva, dice esattamente dove ci si andrà ad appoggiare a prescindere dalla forma della sella. Anche il riferimento alla posizione del telaio sul reggisella può essere utile, ma anche qui può esserci un margine d’errore perché a diversi modelli di selle non corrisponde la stessa dimensione del telaio. Una volta montata la S-Worsk Power il colpo d’occhio è proprio quello che… manchi qualcosa nella parte anteriore. È l’abitudine a vedere la propria bici in un certo modo che ce la fa apparire decisamente diversa. Basta salire in sella, però, per capire che non è cambiato nulla, almeno nella posizione.
Il modello di S-Worsk Power che ci è stato fornito da Specialized è la sella con larghezza da 143 millimetri. Si può scegliere anche la versione da 155 millimetri per chi avesse esigenze diverse, ma questa è decisamente quella più adatta a noi.
Una volta in bici la sensazione di “sella corta” che ci aveva colto una volta montata scompare letteralmente. Non sembra mancare alcun appoggio e, in effetti la sella sostiene perfettamente dove serve. Il vantaggio è proprio nella possibilità di potersi abbassare tanto e mantenere la posizione senza averne alcun intorpidimento. La sensazione è netta, così come è l’impressione di appoggio confortevole che si ha dalla parte posteriore della sella che appare evidentemente più larga. Non l’abbiamo provata per uscite di più di ottanta chilometri, ma certamente la sensazione di comfort promette bene, per chi ha gambe sufficienti, nel poter stare in sella per un bel po’ di ore senza avere problemi di appoggio. Il resto, si sa, lo fanno le gambe.
La Sella S-Works Power viene venduta al pubblico ad un prezzo di 249 euro.
Per informazioni: www.specialized.com
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Redazione Cyclinside