Francesco Lamon, Simone Consonni, Jonathan Milan e Filippo Ganna: segnatevi questi nomi. Sono i detentori del record del mondo sui quattro chilometri, stabilito ieri con un tempo spaziale, ribadito oggi oltre ogni aspettativa. Ma ora, ancora di più, sono i campioni olimpici della specialità su pista fatta di tecnologia spinta al limite e soprattutto allenamento e forza.
Nella finalissima di Tokyo 2020 hanno battuto i campioni del mondo della Danimarca grazie a sincronismi perfetti e alle tirate spaziali di Filippo Ganna che, come ieri, si è prodotto in un finale in crescendo che ha trascinato i suoi compagni di squadra in un finale formidabile, dopo essere stati in ritardo di quasi un secondo a metà prestazione.
Da notare che anche la Danimarca ha fatto segnare un tempo migliore del record stabilito ieri dagli italiani, ma non è bastato contro il nuovo record, 3’42”032 degli azzurri.
Un oro che vale di più della gara stessa: ci dice di un gruppo affiatato, cresciuto negli anni grazie a Marco Villa e anche a Elia Viviani (che vedremo in gara da domani). La pista, già così, ha risollevato la spedizione dei ciclisti italiani alle Olimpiadi.
Nelle sfide che hanno preceduto la gara per l’oro la Gran Bretagna, sfortunata ieri, ha battuto il quartetto svizzero per il settimo posto (con un tempo di 3’45” che fino a qualche tempo fa sarebbe stato in linea col record del mondo). Quinto posto per i Canadesi che hanno battuto la Germania e l’Australia ha conquistato la medaglia di bronzo sulla Nuova Zelanda (che si è disunita dopo la caduta di un suo corridore.
4 ago 2021 – Riproduzione riservata – Redazione Cyclinside