18 apr 2018 – “Prima o poi si tornerà all’acciaio”. La previsione, quasi profetica, venne fatta da più di un costruttore di biciclette già da quando il mercato della bicicletta di alta gamma, della specialissima per intenderci, era nella fase di passaggio dall’alluminio alla fibra di carbonio.
Chi ha sempre costruito telai ha sempre riconosciuto nel materiale più classico le caratteristiche ideali per realizzare telai. I materiali poi si sono ancora evoluti, la fibra di carbonio è arrivata a livelli inimmaginabili allora nella tecnologia ciclistica (dove si guardavano con molto sospetto i primi manubri in composito) e l’idea che l’acciaio potesse tornare di nuovo nel gruppo dei professionisti era stata accantonata assieme al declino di molti artigiani che sembravano irrinunciabili nella costruzione di biciclette da corsa destinate ai professionisti. Nel tempo le cose non sono cambiate, ma certamente il mercato si è differenziato. I materiali considerati “vecchi” sono tornati in auge perché le loro caratteristiche hanno proprietà tecniche interessanti e pure se non ci si fanno le biciclette dei corridori, c’è ancora molto da dire.
Un segnale importante fu dato proprio da Columbus, diversi anni fa ormai, quando venne presentato la serie di acciaio Inox Columbus Xcr. Era l’evoluzione che l’acciaio aspettava. Non più materiale della storia, ma un prodotto molto moderno.
E allora quella voce è tornata a farsi sentire: tornerà l’acciaio.
Sembrava una cosa decisamente anacronistica e invece eccoci a raccontarvi una storia particolare.
Il protagonista è quel Dan Craven, che abbiamo già avuto modo di conoscere. Era stato lui il primo a partire nella prova a cronometro delle ultime Olimpiadi a Rio. Con la sua bicicletta tradizionale, la maglia attillata (niente body), la barba e gli occhi stralunati e profondi, si era piazzato sul podio provvisorio della prova olimpica già scalzato dalla prima posizione dal corridore partito dietro di lui che lo aveva ripreso lungo la strada. Però Dan si era goduto quel momento di gloria per sé e per il suo paese, la Namibia. E già sa di storia.
Ora Dan Craven ha fatto un altro passo nella storia della bicicletta. Ha riportato in gruppo una bicicletta in acciaio, proprio realizzata con le tubazioni Colmbus XCr di cui abbiamo detto.
Dan Craven ha corso con il suo telaio in acciaio ai Giochi del Commonwalth dove, nel circuito di 168 chilometri, è arrivato nel gruppo a un paio di minuti dai primi. La sua bicicletta, firmata da Saffron, è una costruzione di acciaio con saldatura tig e forcella Columbus Futura.
La geometria del telaio è stata interamente progettata dal costruttore inglese Matthew Sowter, partendo da zero per valorizzare adeguatamente le caratteristiche del ciclista, con un occhio speciale su misure, angoli, profili dei tubi, diametri e lunghezze.
E il risultato, a prescindere dal piazzamento, possiamo considerarlo storico. Ne vedremo altri come lui a seguire la strada dell’acciaio? Presto per dirlo. Intanto, ci fanno sapere da Columbus, Dan Craven dovrebbe essere al via pure del Giro d’Italia con la sua bicicletta in acciaio (team Israel Cycling Academy).
Sarebbe un bel vedere. Per noi, a modo suo, è già un vincitore.
Galleria fotografica
Ulteriori informazioni: http://www.columbustubi.com/
https://www.instagram.com/saffronframeworks/
Redazione Cyclinside
Purtroppo Dan Craven non fa piu’ parte della squadra israeliana, quindi non sara’ al via del Giro: https://www.israelcyclingacademy.com/dan-craven-saying-goodbye/
Che peccato. Grazie dell’aggiornamento, Matteo