A venti centimetri Matthews era ancora a ruota, poi 40, poi un metro, due. Poi è distacco e Matthews non ne aveva più. Finita, sembrava. Poi rinasce Matthews. Chiude il buco sputando fatica e sudore in questa tappa che squaglia anche l’asfalto. Bettiol resta dietro ora è lui a non averne più. Vince Matthews, di rabbia.
Quando la fuga dilaga a un quarto d’ora le corse diventano due. Il gruppo fa la sua, davanti ce n’è un’altra. Oggi quella del riscatto dei delusi, da Matthews a Uran. Sono andati via in più di venti, nessuno a preoccupare la Jumbo Visma e quindi si è pascolato tranquillamente, per quanto questo termine possa avere valore al Tour de France.
Tappa tutt’altro che tranquilla dal punto di vista altimetrico con la salita finale verso Mende.
Anche Bettiol nel finale a tutta di Matthews irresistibile. E pensare che Bettiol era al servizio di Uran in questa fuga da gregario in cui ha speso pure di più.
Nel finale ha ripreso Matthews con facilità apparente, lasciando dietro tutti gli altri, prima della speranza Bettiol.
Giriamo pagina: il gruppo. Nel finale duro della salita dipinta di giallo Pogacar mette davanti i suoi prima della botta forte con cui rimane insieme a Vingegaard che non molla un centimetro dimostrando una condizione eccelsa. Fa pure la volata, sul traguardo, Pogacar. Valore psicologico più agonistico: in palio non c’è più niente se non arrivare per primi alle docce.
16 lug 2022 – Riproduzione riservata – Redazione Cyclinside