Il dito al cielo con una lacrima subito dopo il sorriso. Hugo Houle l’ha dedicata al fratello, scomparso dieci anni fa in un incidente. Fuga e poi via sull’ultima salita da solo. Bella tappa, mentre dietro si soffre e si contano le forze.
Alexis Gougeard ha ripreso da dove aveva lasciato prima del riposo: in fuga, poi con altri 28, poi selezione sulle salite che arrivano.
Signore e signori: ecco i Pirenei. Da questi giorni il Tour uscirà disegnato definitivamente e non si fanno più prigionieri. Ma se ne sono mai fatti?
No, e Van Aert anche oggi vuole dire la sua e va in fuga. Ma non era meglio asserragliarsi tutti attorno alla maglia gialla? Pare di no, tant’è che in fuga oltre a Van Aert c’è anche Van Hooydonk. Sì, possono sempre attendere il capitano in eventuali attacchi. È quello che fa Van Hooydonk nella prima salita, infatti, per essere a disposizione.
Anche Damiano Caruso a scandire il passo tra quelli davanti. Prova pure da solo ma intanto è lì a dimostrare che non c’è capitato per caso al Tour de France di quest’anno e pazienza se poi va in crisi nell’ultima salita. Sarà decimo sul traguardo.
L’ultima salita è faticosa. Lo sanno i Movistar che si defilano appena Majka si mette a fare il passo. Lo sa anche Pogacar che no scatta più come ci si sarebbe aspettati. Sembra anzi soffrire il passo quando Majka è costretto a fermarsi per un problema alla catena. Intanto davanti imperversa Houle.
Fermi così, fino all’arrivo con poche sorprese. L’applauso, oggi, va ad Houle, primo eroico. e poi a Soler. Ultimo che non si arrende (al momento in cui scriviamo è ancora lontano dall’arrivo) e a rischio tempo massimo. Giornata storta, caldo, stomaco di traverso, ma non si molla mai al Tour.
Mai.
19 lug 2022 – Riproduzione riservata – Redazione Cyclinside