10 lug 2017 – Duro il lavoro del cambio ruote neutrale al Tour de France ma anche in tutte le altre competizioni. Gli “angeli in giallo” – al Tour sono di questo colore perché lo sponsor è la francese Mavic che ha questo colore distintivo – sono pronti ad assistere tutti i corridori con il cambio ruote e anche con delle biciclette pronte.
Se gli interventi di cambio ruote sono cosa piuttosto comune (guardate il video qui sotto con l’assistenza a Daniel Martin, dopo la caduta disastrosa con Porte), molto meno lo sono i cambi di bicicletta e questa è certamente una cosa più curiosa. Normale che un corridore preferisca la propria bicicletta ma c’è da dire che le cose sono migliorate negli ultimi tempi anche per l’assistenza neutrale.
Tanto per cominciare le biciclette neutrali ora sono dotate di pedali a sgancio rapido, al posto dei pedali a cinghietto che permettevano, sì, di infilarci dentro qualsiasi scarpino a prescindere dalla tacchetta, ma chiaramente senza la stessa presa dell’incastro a sgancio rapido. Ora le biciclette sull’ammiraglia sono dotate dei pedali a sgancio più comunemente usati nel gruppo. I reggisella permettono una regolazione piuttosto veloce (generalmente il bloccaggio prevede una levetta, così da sistemare rapidamente l’altezza di sella). Certo, resta la misura non ideale cui il corridore deve comunque adattarsi. Ma meglio di niente se la propria bicicletta ha un problema serio.
Curioso, invece, che il problema serio occorso a Rigoberto Uran nel finale della tappa di ieri non lo abbia portato ad “accontentarsi” pure della bicicletta neutra al posto della sua col cambio bloccato. Il meccanico Mavic si è dato pure da fare a cambiargli il rapporto del cambio evidentemente rovinato, ma il risultato è stato di avere a disposizione solo la possibilità di scegliere la moltiplica, senza poter far scorrere la catena sui diversi pignoni, mica un problema da poco.
Non ci è sembrato che Uran abbia cambiato la bicicletta nel finale di gara, una volta sopraggiunta la sua ammiraglia, probabilmente era troppo tardi per una sosta sperando di rientrare sui primi, a quel punto. Né sappiamo con quale rapporto effettivamente abbia fatto lo sprint. Probabilmente si è fatto sistemare la catena già sul rapporto giusto giocando poi con la moltiplica, ma certo se davvero è così la sua vittoria – al fotofinish per di più – assume un valore ancora maggiore.
Curioso, comunque, che non abbia preso in considerazione la bicicletta della scorta neutra quando probabilmente ne aveva più la possibilità.
È una questione di misura il problema maggiore. È molto difficile che un corridore possa decidersi a scegliere la bicicletta neutrale. Un po’ come noi non metteremmo un paio di scarpe di misura sbagliata preferendone magari di vecchie e rotte ma di taglia corretta. Tanto più che una bicicletta ha molti accorgimenti personalizzati.
Abbiamo ancora negli occhi il problema occorso lo scorso anno a Froome che, pur prendendo la bici neutrale, finì per scendere e proseguire a piedi in attesa di essere raggiungo dalla sua ammiraglia.
Ma ora gustiamoci l’intervento rapido sulla bicicletta di Daniel Martin. Controllo ruota posteriore, sostituzione dell’anteriore, leva freno storta, ma si pedala pure così. E nonostante la botta il corridore è ripartito a tutta. Tanto di cappello:
Redazione Cyclinside