I Campi Elisi sono di Jasper Philipsen e non è cosa scontata. Neanche per lui che pure vince quasi per distacco e dà un colpo di reni tanto per essere sicuri. È Parigi, non si scherza. Perché nemmeno l’ultima tappa, la più ovvia, poteva essere secondo tradizione per questo Tour de France delle meraviglie che diventa un punto di riferimento di bellezza.
Tour spettacolo e, ovviamente, anche nell’ultima tappa. La numero 21 si apre con i complimenti di rito, come si confà alla fine del Tour de France e poi lo spettacolo in più che questo Tour non nega mai.
Pronti e via all’attacco per le tre maglie gialla, bianca e verde. Si sono dimenticati il povero Gesche, maglia a pois per procura, visto che il primato della classifica è di Vingegaard, ma il pubblico ha apprezzato i tre scappati via ancora all’attacco. Stavolta ridendo e poi fermi ad aspettare gli altri.
Poi menu classico da fine Tour. Gruppo tranquillo, brindisi, complimenti e poi Parigi, quindi guerra.Scaramucce finali tra velocisti e tentativi di fuga dopo aver attraversato la bellezza di Parigi. Che se il Tour è speciale è anche per questo finale voluto da tutta la Francia.
Si sfilano, uno e poi l’altro, i fuggitivi, gli ultimi a mollare, voltandosi indietro e salutando, sono Jonas Rutch e Maximilian Schachmann, ripresi proprio all’ultimo giro. E all’attacco è andato un incredibile Pogachar seguito da Filippo Ganna, una tirata di collo inaspettata per i poveri velocisti scompaginando qualche tattica.
24 lug 2022 – Riproduzione riservata – Redazione Cyclinside