Come va la transizione elettrica? È questa la domanda cui si sta cercando di dare una risposta a livello globale e nazionale per capire l’andamento di una crescita che è indirizzata dalla politica basata sull’ecologia ma che in molti settori fa ancora fatica a decollare. In questo senso, anzi, è ill mondo della bicicletta a essere più pronto di altri settori. Di seguito, vi parliamo di uno studio che sta cercando di fare il punto della situazione per poter capire dove è necessario agire con maggior vigore e come si stanno trasformando l’industria e il mercato.
Lo studio
Mobilità elettrica: il mercato sta cambiando. È quanto sta venendo fuori da una ricerca promossa da MOTUS-E, ANFIA, ANIE Federazione, ANCMA e realizzato dal Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Ferrara fotografa il ruolo delle politiche industriali nella transizione alla mobilità elettrica.
La ricerca, che verrà presentata nella forma definitiva il prossimo mese di gennaio, solleva alcune questioni molto interessanti grazie alle risposte delle aziende interessate ma conviene anche fare alcune considerazioni.
Da parte delle aziende c’è una richiesta di un indirizzo politico certo in questo senso. Difficile, in effetti, pensare a investimenti importanti da parte delle aziende senza un riferimento da parte dello Stato. È un argomento di cui si è già parlato in passato nel settore specifico della bicicletta (in questo caso la richiesta di Ancma e delle aziende ha un riferimento più generalizzato alla mobilità elettrica).
Interessante comunque notare come ci sia una richiesta precisa di competenze in campo di elettrificazione che sembrano mancare in questo momento per coprire soprattutto le aspettative del prossimo futuro. In questo caso non si parla, sia chiaro, solo di biciclette. L’attenzione sta salendo sempre di più per i veicoli dotati di motore elettrico viste anche le normative che prevedono di vietare nel giro di alcuni anni la produzione di veicoli a motore termico.
E in questo senso c’è ancora tanto lavoro a livello tecnologico da fare visto che per i veicoli a motore c’è ancora da superare il grande scoglio dell’autonomia delle batterie che, per quanto evolute, sono ancora decisamente perdenti in termini pratici e di efficienza rispetto ai combustibili fossili.
Numeri lenti verso il futuro
Nello studio sono state intervistate 122 imprese che lavorano nella mobilità tradizionale in quella elettrica per poter avere uno stato aggiornato dello stato della transizione industriale che appare ancora molto legata alla situazione attuale e meno focalizzata su un futuro che appare ancora incerto (al di là delle tempistiche previste l’Italia è abituata alle procrastinazioni).
Risulta quindi che per il 65 per cento degli operatori della componentistica la mobilità elettrica non è ancora una priorità, mentre il 40 per cento degli operatori che si stanno ri-specializzando più rapidamente sono OEM (Original Equipment Manufacturers).
Il report, inoltre, approfondisce e analizza la domanda di formazione delle imprese, la necessità di realizzare linee produttive per il mercato della mobilità elettrica e gli ostacoli che le aziende incontrano nell’accedere agli strumenti pubblici di sostegno ed evidenzia la centralità delle attività di ricerca, sviluppo e innovazione come requisiti indispensabili per affrontare la transizione: il 94 per cento dei costruttori di veicoli finiti sta già investendo in questa direzione e questo risulta certamente rassicurante rispetto all’inerzia iniziale che pure è evidente.
Nel complesso, l’indagine è utile per quantificare l’effettiva portata delle trasformazioni in corso e delle opportunità e criticità ad esse connesse, grazie ad un’importante base di analisi da cui poter partire per affrontare i nodi che affliggono il sistema industriale italiano – come i rapporti con la pubblica amministrazione e i suoi finanziamenti, i rapporti con il sistema nazionale dell’istruzione e della formazione professionale – provando ad identificare soluzioni singole o coordinate per orientare rapidamente le nuove traiettorie di sviluppo.
26 dic 2021 – Riproduzione riservata – Redazione Cyclinside (GPR)