di Guido P. Rubino
30 apr 2021 – Ci possono essere molti metodi di approccio alla costruzione bicicletta. Ne abbiamo analizzati tanti, spesso funzionali a determinati prodotti. Difficile invece trovare chi, questo approccio, lo abbia fatto in maniera totale, a 360 gradi, senza trascurare dettagli su diversi livelli di intervento.
Uno dei più completi studiosi della bicicletta considerandone tutti gli aspetti è Romolo Stanco. Attenzione, non è un costruttore: non lo troverete con il cannello da saldatore in mano. E forse anche per questo motivo che viene visto come qualcosa di diverso. Siamo abituati a un settore in cui chi sa fa, in prima persona.
Romolo ha fatto un percorso differente, non è “nato” in bicicletta, almeno dal punto di vista lavorativo. Ma ci è arrivato per passione e interessi, sicuramente curiosità. Titoli universitari nel suo curriculum e grande esperienza nel design e, ancora di più, specializzato nelle leghe metalliche in titanio a memoria di forma.
Prendete un personaggio così e applicatelo alla bicicletta. Anzi, l’ha fatto da solo, come abbiamo visto.
Romolo ha passione, cultura e anche ironia. A partire dal nome che ha voluto dare all’azienda che ha messo su con i suoi soci: T°Red, leggetelo in inglese, assonanza con “tired”, stanco. Il cognome di Romolo appunto. T°Red nasce come una startup, nel 2013 nell’avventura di Romolo Stanco ci sono anche Erica Marson giornalista di architettura e design oltre che curatrice di mostre internazionali, Cecilia Scolari, Martino Scolari e Barbara Belzini.
Le biciclette T°Red sono la conseguenza di una passione sempre avuta, ma anche dell’incontro con Giairo Ermeti, corridore professionista che ha convinto Romolo a disegnare biciclette da pista che poi sono diventate gli strumenti per la conquista di medaglie per Elisa Balsamo e Letizia Paternoster.
Materiali
Un approccio “totale” verso la bicicletta non poteva che mettere in moto anche un pensiero sui materiali. È qui che T°Red ha avuto – sta avendo – un ruolo importante nella concezione stessa della bicicletta. In questo momento di rilancio di materiali considerati dimenticati fino a qualche anno fa, il ruolo dato dai progetti di Romolo Stanco è tutt’altro che di revival. Ogni materiale ha caratteristiche da sfruttare, persino la scelta dei tubi con cui fare le biciclette diventa parte della personalizzazione. Acciaio e titanio sono termini generici, si lavora su percentuali di lega, forme e spessori. Un calcolo che diventa complesso ma al tempo stesso affascinante perché riesce a contenere tante variabili, sempre di più.
«Non basta far collimare geometricamente la bicicletta a un ciclista – spiega Romolo Stanco – occorre tenere conto delle sue sensazioni. La paura in discesa che un ciclista può provare diventa una variabile in più del calcolo e non va trascurata nella costruzione su misura.
«Ma si può fare. Se è stato formulato un modello matematico del caos si può fare anche una cosa del genere. L’importante è non fermarsi a singole competenze, farsi frenare dai pregiudizi».
Ecco, a Romolo non dite che “si è sempre fatto così”, quanto meno vi risponderà che non ha senso. Il suo approccio diventa rivoluzionario e curioso. Modelli che si susseguono, vittorie e premi conquistati come riconoscimenti dall’agonismo e dal mondo del design e della progettistica della bicicletta (il NAHBS).
LeHonard
Per mettere d’accordo tutte le variabili andava sviluppato un software dedicato che non solo potesse includere le necessità via via evidenziate, ma che avesse anche un punto di partenza diverso da quanto fatto finora. L’idea è in testa sin da subito, ma va messa in pratica, tradotta in software. Sono le basi su cui nasce LeHonard, un programma basato su una scansione laser digitale dell’atleta per poterne considerare le caratteristiche nello spazio, quindi con tecnologia di sviluppo 3D. Grazie a sensori e accelerometri wireless posizionati direttamente sul ciclista si riesce a fare un’analisi accurata dei movimenti della pedalata così da poterne assecondare le esigenze e costruire realmente una bicicletta su misura.
«Abbiamo messo a punto un sistema proprietario capace di progettare e sostenere il controllo di migliaia di specifiche fisiche e dinamiche di una bicicletta disegnata, sviluppata e concepita su misure ed esigenze di un unico e singolo utente – spiegano da T°Red – a inizio 2015 nacque quel claim “Un ciclista, una bici” che ancora oggi accompagna l’approccio di T°RED BIKES e che negli anni ha evoluto e ottimizzato il sistema affinandolo con una attenzione sempre più dettagliata alle caratteristiche dell’individuo.
«Non più solo misure fisiche e postura ma anche aspettative, intenzioni, obiettivi, problematiche soggettive e ambizioni sportive per portare variabili qualitative e difficilmente misurabili dentro il progetto, dentro il prodotto, l’oggetto bicicletta».
Progetto Land of Performance
Una crescita di conoscenze e di lavoro nel ciclismo che ha portato proprio all’inizio di quest’anno alla nascita del progetto “Land of Performance”, un’idea a più ampio respiro che sfrutta il lavoro fatto da T°Red che ha portato alla nascita del marchio Toot che sviluppa componenti, ruote, abbigliamento ma si occupa anche di analisi posturali per sviluppi dinamici e aerodinamici. Si tratta di un progetto nato a due passi dal velodromo “Fassa Bortolo” di Montichiari e quindi naturalmente vicino a un luogo ideale per l’utilizzo e lo sviluppo dei concetti di supporto agli atleti per tutte le loro esigenze. Il progetto viene realizzati dagli stessi ideatori come una “casa che ogni appassionato vorrebbe frequentare” per esaltare le proprie capacità di utilizzo della bicicletta.
E si tratta, è il caso di dirlo, di un trionfo tecnologico che ha l’obiettivo di individuare gli atteggiamenti soggettivi per analilzzare il modo di stare in bicicicletta di ciascuno e ottimizzarlo.
Vantaggi non solo per gli atleti di alto livello
Studi di questo tipo, pur essendo ottimizzati e pensati pensando alla prestazione, portano direttamente vantaggi anche a chi non mira a ottenere prestazioni assolute. A che serve essere aerodinamici? A risparmiare watt, che per l’atleta impegnato in gara, significa una prestazione migliore, per chi non ha velleità agonistiche vuol dire fare meno fatica.
Ma se la questione della prestazione può essere considerata secondare, la comodità è un valore assoluto che vale per ogni tipo di pedalatore. Anche qui: l’agonista che pedala comodo sarà in grado di esprimere meglio la sua potenza, chi passeggia riuscirà a fare più chilometri affaticandosi meno. Traslando da altri settori, è un po’ come dire che la tecnologia sviluppata per le automobili da corsa permette di avere veicoli più comodi e sicuri anche nella produzione di serie destinata al mercato.
Ulteriori informazioni: http://tredbikes.bigtwinitalia.com/