Cos’hanno in comune un telaio per bicicletta e uno per moto da corsa e un altro per moto da cross-enduro? La ciclistica, ossia quell’insieme di geometrie e caratteristiche tecniche che rispondono a un determinato comportamento quando il pilota o il ciclista conducono il mezzo. Dalla ciclistica, ossia dalla geometria e dai materiali corrispondono, ad esempio, una migliore o peggiore capacità di affrontare le curve, di gestire le frenate e, più in generale: la guida.
È proprio pensando a rielaborare la ciclistica che Romolo Stanco ha ridisegnato da zero la bicicletta con cui Francesca Selva si è imposta nel Campionato Italiano di scatto fisso. Ovviamente il merito principale rimane alla ciclista, ma è molto interessante come la tecnologia abbia contribuito alla sua prestazione.
La tecnologia ha disegnato, infatti, una bicicletta unica: la Speedway Kartodrome.
La gara, infatti, si è svolta in un kartodromo, che significa molte curve e spesso strette: una complicazione per le biciclette a scatto fisso che, per definizione tecnica, non sono dotate di ruota libera e costringono, quindi, i ciclisti a una pedalata continua. Con le curve strette l’unica alternativa è rallentare per non trovarsi col pedale a terra.
Questo è uno dei problemi.
Il telaio disegnato per l’occasione da T°Red e da Romolo Stanco ha innalzato di 4 centimetri il movimento centrale da terra proprio per consentire un angolo maggiore di piega continuando a pedalare. A conti fatti sono dieci gradi in più!
Poi si è lavorato sugli pneumatici ragionando su sezioni maggiorate per aumentare l’impronta a terra e quindi la tenuta. La scelta è ricaduta su una sezione differenziata tra anteriore e posteriore, rispettivamente da 38 e 44 millimetri. Questo ha portato a rivedere la geometria e le misure di carro e forcella (è stato utilizzato un modello praticamente da gravel!) che devono permettere un passaggio ruota molto più ampio rispetto alle misure considerate normali per una bicicletta di questa tipologia.
Poi c’è da dire anche sulle tubazioni. Visto che si correva in un kartodromo sono state utilizzate tubazioni di derivazioni kartistica: acciaio al cromo molibdeno con diametri da 30, 32 e 35 millimetri a spessori differenziati.
Anche le parti ricavate da pieno sono state disegnate ex novo, i forcellini con lunghe cave per il perno ruota della ruota posteriore consentono una variazione della wheelbase fino a 50mm mentre per lo sterzo (anch’esso ricavato dal pieno) si è scelta la soluzione 1”1/8 1” 1/2 per diminuire la flessione e aumentare il controllo sull’anteriore. Il BB è un BSA passo inglese con calotte Rotor mentre il drivetrain è stato studiato, dopo aver analizzato i percorsi, per minimizzare le forze inerziali e favorire le fasi di frenata e accelerazione a discapito della velocità in rettilineo. Si è mantenuto il perno guarnitura da pista Rotor Track30 con fattore Q da 140mm e linea catena 42,5mm, le pedivelle sono delle Rotor Aldhu 165mm in alluminio mentre la corona di derivazione MTB è una Rotor Direct Mount da 36 o 38 denti. La catena utilizzata è una Izumi SuperToughness 1/2” 1/8” (molti si chiedono come possa funzionare su una corona MTB…) mentre il pignone è un Royce in titanio 13T.
Sul mercato?
La domanda è ovvia: la Speedway Kartodrome sarà anche disponibile sul mercato? T°Red assicura che sono in preparazione tre versioni e oltre a quella che abbiamo visto utilizzata da Francesca Selva è prevista anche la SpeedWay UrbanFighter con freno a disco anteriore e possibilità di scatto fisso o single speed, e anche di pedalata assistita e per l’autunno una versione SpeedWay Dirtyfighter di cui, però, è presto per dare dettagli e caratteristiche.
Ulteriori informazioni: http://tredbikes.bigtwinitalia.com
Ripr. ris. 22 giu 2021 – Redazione Cyclinside