Le coperture tubeless esistono anche per bicicletta. Nel settore stradale, però, hanno avuto meno successo, al momento, di quanto non sia nella mountain bike. Il vantaggio di una copertura tubeless non è solo di avere una gomma che si sgonfia lentamente (e già questo potrebbe essere un’ancora di salvezza per chi corre), ma anche di avere maggiore scorrevolezza.
La presenza della camera d’aria all’interno del copertoncino, ma anche del tubolare (che è, semplicemente, una copertura chiusa) genera inevitabilmente un attrito con la struttura esterna della gomma. Questo attrito, ovviamente, si traduce in perdita di energia: resistenza al rotolamento.
Per montare le coperture tubeless occorrono dei cerchi dedicati o adattabili: ovviamente devono essere sigillati nella parte interna così da evitare la fuoriuscita dell’aria. La valvola, in questo caso, va ad inserirsi direttamente sul cerchio in modo da avere una chiusura a perfetta tenuta.
La necessità di tenere le spalle del copertone a contatto con il cerchio fa si che le coperture tubeless siano un po’ più rigide da montare e necessitino di un sistema di gonfiaggio che possa garantire una certa portata d’aria per far si di spingere rapidamente la gomma contro il cerchio e avere la necessaria tenuta.
Sul mercato ci sono solitamente più cerchi che coperture di questo tipo. Il motivo è abbastanza semplice: un cerchio può avere caratteristiche ambivalenti senza risentire nel peso e nella praticità. La gomma, invece, deve essere costruita appositamente e quindi risulta un po’ più pesante e rigida (come abbiamo detto poche righe più su).
Nel settore, soprattutto dai corridori, c’è una certa prudenza all’adozione di coperture di questo tipo per lo più relegate a prove particolari proprio per sfruttarne la massima scorrevolezza.