29 apr 2019 – C’è un sapore speciale e romantico nella Liegi Bastogne Liegi vinta da Jakob Fuglsang. Non è una corsa di un giorno ma l’epilogo di una storia iniziata alle Strade Bianche, una rivalità con uno dei corridori più in forma della stagione: Julien Alaphilippe.
(La corsa di Fuglsang riassunta nel video della sua squadra. Impressionante la sbandata)
Due punte di diamante di squadre diverse e lontane, anche per mentalità. Due corridori che ci hanno fatto sentire di nuovo il sapore di una sfida a due, del duello e anche della sconfitta, quando si erano guardati all’Amstel facendosi risucchiare da quel fenomeno di Van Der Poel. Allora diventa una storia di una rivalità che li ha fatti guardare pure in cagnesco, per poi ritrovarsi leali nelle gare successive: Alaphilippe trionfatore alla Freccia Vallone, proprio su Fugslang e con i complimenti fatti subito dal rivale.
Quella pacca sulla spalla dello sconfitto stavolta valeva di più. Poi la sfida di nuovo e l’augurio del francese verso il danese che, proprio nell’ultima classica, mette a segno il colpo grosso ed esce dalla situazione fastidiosa dell’eterno battuto.
Lui che poi una rivincita se l’era già presa: tornare grande dopo un periodo appannato e di cui non sapeva neanche capirne i motivi. Almeno fino alla scoperta di un’intolleranza finalmente corretta che non gli ha più fatto da freno a mano tirato nel momento più importante di gara. E i suoi piazzamenti hanno abituato talmente tutti che non c’è più da andare a cercare come scrivere il suo cognome complicato.
Fuglsang alla Liegi è andato all’attacco in una giornata davvero epica: pioggia e freddo, col termometro inchiodato su quei cinque gradi centigradi che erano meno primavera di tutte le altre Classiche. Ha resistito ed ha anche salvato il (suo) mondo quando la bicicletta gli si è imbizzarrita improvvisamente sotto. Una sbandata inaspettata e spettacolare (per noi) che a momenti rovina tutto e in cui si sarebbe potuto fare davvero male. Roba che in mountain bike capita anche spesso e che i biker hanno imparato a controllare, almeno i più bravi. Fugslang si è ricordato del suo passato da biker e l’istinto ha rimesso le cose a posto, non rovinandogli la giornata più bella.
Poi ha dedicato la vittoria ancora una volta, al suo amico, Michele Scarponi, scomparso giusto due anni fa.
Ecco, finiscono le Classiche e ci portiamo a casa un bottino di spettacolo e anche una soddisfazione enorme e inaspettata, da italiani: abbiamo un corridore da Classiche da coccolare e sperare. Alberto Bettiol ci ha fatto saltare sul divano e a bardo strada. Ma anche Davide Formolo, secondo alla Liegi che si è ritrovato grande, a dispetto di quella faccia da eterno ragazzino montata su un fisico adulto e gambe da campione.
Intanto abbiamo rivisto Nibali davanti, in una condizione che sembra crescere proprio nel modo sperato con maggio in arrivo e il Tour of the Alps (ma perché quel nome in inglese? Al mondo del ciclismo l’italiano piace di più e fa pure storia!) che ha fatto da trampolino a molti corridori per rifinire la condizione sulle salite vere.
GR