20 giu 2019 – Sui 64 chilometri di asfalto e (soprattutto) di sterrato del percorso test abbiamo testato una Topstone Carbon nell’allestimento Shimano RX. Il peso dichiarato di questo montaggio in taglia M è di 8,650 chili. Si tratta di un peso di tutto rispetto per una gravel bike, soprattutto se si considera che le gomme montate di serie sono quelle generose da 37c della Wtb.
Inoltre, il peso ridotto ci dice che il punto di influcro Kingpin evidentemente incide poco sul peso di un telaio sul quale il produttore non fornisce informazioni specifiche in merito al peso. I percorsi off road che abbiamo affrontato sono stati tutti su strada sterrata, nella maggior parte dei casi battuta e scorrevole, in certe porzioni più tecnica e impegnativa (in particolar modo nelle discese e salite ripide, perché deteriorate dai “canali” creati dall’acqua copiosa della scorsa primavera).
Si è trattato di situazioni anche al limite del “normale” gravel biking, sconfinanti con il mountain biking, che hanno messo ancor più e meglio alla prova il mezzo. Cominciamo da questi, allora, prima di tutto dalla discesa: per avere un controllo adeguato della frenata nei tratti ripidi e sconnessi sei obbligato mettere le mani in presa bassa, posizione nella quale la posizione del corpo rimane comunque comoda, grazie ad un tubo di sterzo e ad un set di guida posizionati abbastanza in alto, che ti aiutano anche a limitare il rischio di ribaltamento nei passaggi più tecnici.
La “sospensione”
Passiamo al feeedback sul particolare sistema di sospensione: non è stato solo sui tratti tecnici in discesa che abbiamo apprezzato la sua capacità di assorbire i colpi, ma più che altro nelle situazioni sconnesse da affrontare più in velocità, dove il telaio “digerisce” perfettamente quelle buche più o meno grandi sulle quali transiti scaricando con lo spostamento del corpo il peso sull’avantreno e poi demandando alla ruota posteriore (e al carro) la responsabilità di assorbire il colpo.
Un vantaggio altrettanto considerevole dell’architettura Kingpin è sulle salite con fondo rovinato: è qui che la flessione verticale del retrotreno diventa capacità di copiare meglio il fondo accidentato e, di conseguenza, diventa maggiore e migliore trazione. Tutto questo, è ovvio, a patto di avere indovinato la pressione giusta da assegnare alle coperture. A proposito di coperture: siamo dell’idea che per un gravel biking “estremo” le Wtb Riddler trovate montate di serie siano un po’ troppo delicate, serve qualche cosa di più generoso e robusto, dato che nella seconda discesa tecnica ci è capitato di forare l’anteriore (che comunque è stato prontamente riparato dal liquido sigillante posto preventivamente al suo interno).
Rimanendo in ambito di fondi sempre sterrati, ma più compatti, ci viene da dire qualcosa sulla geometria di questo nuovo modello: l’impostazione è quella usuale per biciclette di questo genere: percepisci l’angolo morbido della forcella, che ti dà sicurezza nell’approcciare e poi eseguire le curve bici veloci su fondo sdrucciolevole e, ancora una volta, ti aiuta ad affrontare meglio i colpi.
Assieme al telaio, nel giudizio entusiastico che stiamo esprimendo non si può non dare una buona quota di responsabilità alle ruote, le HollowGram 22: la loro leggerezza è apprezzabile non solo in salita, ma si traduce anche in estrema reattività e questo anche quando sei su asfalto e hai comunque montate coperture generose come le Wtb Riddler da 37c. Con un set del genere ci viene allora da pensare a quanto una bici simile possa propendere al genere “bici da corsa classica”, se al posto delle Wtb andassimo a montare un paio di coperture slick da 25 millimetri…
Sul versante opposto, a rimarcare le potenzialità gravel di questo mezzo, stanno i numerosi fori in grado di predisporre facilmente il telaio all’utilizzo adventure, attraverso l’impiego di accessori di bikepacking e di parafanghi.
Terminiamo con un giudizio sugli allestimenti possibili: non abbiamo avuto di provare gli altri, ma crediamo che dell’intera piattaforma la versione Ultegra RX che abbiamo provato sia la migliore dal punto di vista del rapporto tra qualità e prezzo.
Maurizio Coccia