22 lug 2017 – Lo sapeva Rigoberto Uran che quella era la cronometro della vita. Qualcuno gli aveva soffiato nelle orecchie anche il sogno: essere a meno di mezzo minuto dalla maglia gialla nella cronometro finale può far sognare, che male c’è? Può capitare di tutto, anche la sfortuna e bisogna essere pronti a cogliere l’attimo.
Uran è partito a tutta nel boato dello stadio dove i Francesi gli hanno riconosciuto la sua forza. Perché il pubblico del ciclismo è così, anche se poco dopo qualcuno avrebbe ululato contro Froome che oscurava Bardet dal primo posto. Forse non avevano calcolato la tenacia del colombiano però. Uran è partito a tutta in una cronometro che lo ha visto da solo contro il tempo e finalmente solo, ad armi pari, contro tutti gli avversari soli anche loro stavolta. Lui che la squadra per tutto il Tour non l’ha mai avuta d’aiuto.
“Ora vediamo come va a finire” avrà pensato Rigoberto nel suo casco aeordinamico a bordo della sua Cannondale. E ce l’ha messa tutta. Così tanto da prendere con troppo entusiasmo l’ultima curva. Pochi minuti prima era stato un altro Colombiano, Quintana, che stava per fare un pasticcio su quella curva. Uran è arrivato sparato, troppo. Ha capito del guaio che stava per combinare e ha tolto il piede sinistro dal pedale: se c’è da curvare oltre il limite almeno un appoggio è pronto, assieme alle preghiere. Poi è finito dritto sul tabellone pubblicitario, miracolosamente in piedi. Un gesto da funambolo che gli ha salvato podio e Tour e gli ha anche permesso di salvare il sorpasso a Roman Bardet, irrimediabilmente terzo ormai.
Ecco il momento che ha fatto saltare sulla sedia non solo i tifosi di Uran:
Redazione Cyclinside