16 mar 2019 – Arriva il campione ed è una persona gentile. Nella mattinata dedicata ad Alessandro Fabian, atleta di punta del triathlon italiano, c’era da parlare di biciclette e componenti (l’occasione era la nuova sponsorizzazione in tandem di Shimano e Giant) ma anche dell’uomo. Perché il triathlon non è uno sport, sono tre e devono andare d’accordo fino a farli diventare complementari uno dell’altro. Chi ci riesce può andare forte, alcuni diventano campioni.
A parlare con Alessandro Fabian capisci subito che l’essere campioni è una cosa di testa prima ancora che di fisico. Quello serve, è alla base di tutto, ma lui interpreta la sua attività con una filosofia che vale la pena raccontare. Traspare dalle sue parole e anche nel suo sorriso che non si spegne nemmeno dopo una serie di interviste interminabili, mentre gli altri mangiano già e quando arriva lui al buffet non è rimasto poi tantissimo. Tranquillo, continua a rispondere con pacatezza alle domande e alle chiacchiere con giornalisti, sponsor e i tecnici che gli hanno montato la bicicletta.
Sì, perché nel laboratorio di Shimano Italia, quello dove si sperimenta, si testa e si fa assistenza, a Legnano, durante la presentazione, è stata messa in piedi anche la costruzione di una bicicletta. Una Giant Propel con il gruppo Shimano Dura Ace Di2. Tanto per far vedere anche a chi non è dell’ambiente, cosa significhi montare una bicicletta con cambio elettronico. Dopo la parte manuale si passa a quella elettronica, con la programmazione del sistema. Un ambiente asettico che sa di Formula 1. Il rumore secco e appena soffiato del cambio posteriore che trova la posizione giusta, il clic della catena che si chiude sotto la pinza del meccanico. Alessandro Fabian osserva soddisfatto la sua bicicletta nuova e confessa: «Quando arriva qualcosa di nuovo c’è sempre un’emozione. Una bicicletta poi… diventa tutto come da bambini. È una bicicletta nuova».
Questo e tanto altro nelle sue parole che vi proponiamo di seguito:
Guido P. Rubino