Una caduta che ha del surreale se non fosse quasi tragica (quasi, perché, a quanto sappiamo fino ad ora, non ci sono stati problemi gravi per alcun corridore) quella capitata alla Vuelta Burgos nell’arrivo in volata della seconda tappa. Un dosso a poco meno di 500 metri dall’arrivo ha provocato una caduta a catena di cui hanno beneficiato proprio i compagni di squadra del corridore caduto, Dekker.
Sono stati, infatti, gli unici “sopravvissuti” lì davanti e quindi si sono ritrovati sull’arrivo vincendo la tappa. Primo Timo Roosen, poi Edoardo Affini e terzo Chris Harper.
Ma cos’è successo?
Caduta disastrosa nella seconda tappa della Vuelta Burgos pic.twitter.com/1Ogt9tZOlw
— Cyclinside (@cyclinside) August 3, 2022
Nella sequenza dei fotogrammi si vede Dekker perdere la presa del manubrio proprio in corrispondenza del dosso e perdere completamente il controllo della bicicletta. La velocità ha fatto il resto. L’olandese si è ribaltato coinvolgendo i corridori che aveva dietro e superato fortunosamente solo da un suo compagno di squadra. Gli altri tutti giù.
Forse potremmo rimproverare Dekker di non tenere in maniera adeguatamente salda il manubrio a 500 metri dall’arrivo, ma è proprio un cercare il dettaglio. Piuttosto quel dosso doveva proprio essere lì? Se non si può spostare l’arrivo forse si poteva rimuovere il dosso (in altre gare è già stato fatto, per poi ripristinarlo dopo l’evento) per lasciare almeno l’ultimo chilometro perfettamente liscio, tanto più se in leggera discesa come in questo caso.
Infine altro dubbio: è regolare che le transenne di aprano in quel modo lasciando pasassare i corridori e finendo in mezzo alla strada? Se oggi non abbiamo un altro caso Jacobsen è solo per fortuna. UCI e CPA hanno su cui lavorare ancora un bel po’ purtroppo.
La sequenza della caduta
3 ago 2022 – Riproduzione riservata – Cyclinside