Evoluzione Wilier Triestina giusto in anticipo prima del Tour de France. Ecco qui la nuovissima Cento10PRO con cui correranno al Tour i corridori del team Direct Energie.
L’avevamo vista in anteprima qualche tempo fa in una visita in azienda. La sede di Wilier Triestina è stata completamente rinnovata da poco più di un anno. Nuova sede e tubi ramati che scorrono affianco ai nuovissimi cromovelati che caratterizzano la produzione Wilier di ultimissima generazione, con un procedimento di lavorazione che richiede molte ore per posare sulla fibra di carbonio tutti gli strati di vernice che danno un effetto unico e speciale.
Dalla prima azienda voluta dalla famiglia Gastaldello si sono conquistati metri quadri come vette e cor. Altre ce n’è da scalare, in una storia che svolge e riavvolge il nastro di un labirinto di sale che si dipana dalle biciclette della gamma 2019 e quelle che diventano pietre miliari di un museo di pezzi pregiati da Magni a Pantani, passando per Cottur, Martini e le maglie rosse di Zandonà. È un ingresso regale quello che potete vedere in queste foto esclusive:
La Cento10Pro è una bicicletta che riprende le linee della Cento10Air, che va a sostituire, ma ne migliora la reattività (si parla del sei per cento) ed è possibile montare con freno a disco oppure tradizionale.
Il sistema elaborato da Wilier Triestina permette di far scorrere nel telaio fino a tre guaine con un risultato di pulizia estetica assoluta e senza che alcun cavo di comando venga piegato eccessivamente: significa scorrevolezza assicurata assieme alla precisione di funzionamento dei sistemi a trasmissione meccanica oltre che, ovviamente, quelli elettronici. Le guaine passano diretamente dal manubrio integrato Alabarda, allo sterzo, per poi proseguire nel telaio. In caso di scelta a favore dei freni a disco e trasmissione elettromeccanica la bicicletta sarà priva di guaine scoperte, dando a Cento10PRO una pulizia estetica estrema.
La Cento10PRO può essere equipaggiata con freno direct mount e ruote con quick release, oppure con freno a disco, ruote con perni passanti e rotori da 160 mm sull’anteriore e 140 mm sul posteriore. Forcella e carro sono stati progettati per offrire una luce alle gomme piuttosto importante: possibilità di utilizzo di coperture fino a 30 millimetri che ne fanno un prodotto interessante anche per le gare sui fondi più accidentati.
Lo sviluppo delle linee aerodinamiche segue la le regole Naca-Low-Speed, di derivazione aerodinamica, con profilo posteriore tronco secondo la teoria di Kamm che ha evidenziato come il flusso dell’aria non risenta del taglio netto ma prosegue richiudendosi senza creare un freno aerodinamico. Grazie a questa soluzione si risparmia peso e aumenta la rigidità torsionale.
Che spettacolo la pulizia del passaggio interno allo sterzo dei cavi freni a disco!
Non si potrebbe farlo anche sulle bici non aero?