di Maurizio Coccia
Dopo avervela raccontata tecnicamente qui, finalmente abbiamo avuto il modo di provare a lungo la Rave SLR, nuova polivalente di Casa Wilier Triestina, bici in carbonio con un’indole prestazionale, modello che rompe gli schemi quanto meno perché esce di serie con due allestimenti: quello “Gravel” più adatto per il fuoristrada e quello “Road” più orientato verso l’asfalto.
La nostra prova che vi raccontiamo nei dettagli nel video è stata proprio di una Rave SLR in configurazione Gravel, con trasmissione Campagnolo Ekar 1×13, ruote Shamal Carbon sempre di “Campy” gommate con un paio di Terreno Dry da 38 mm, le coperture semiartigliate (e tubeless ready) della Vittoria. Sul reggisella – in carbonio anche questo – svettava invece una sella Prologo Dimension AGX, anche questa pensata principalmente per il gravel biking.
A corredo dell’allestimento Gravel c’è inoltre il manubrio integrato J-Bar, sempre di Wilier, con architettura a traliccio dell’attacco (ricorda il mitico BullMose delle prime mtb, ve lo ricordate?) e peculiare morfologia flare delle due “code” basse, che diversamente dai manubri da strada non scendono in modo rettilineo, ma producono una leggera inclinazione verso l’esterno (funzionale a dare maggiore stabilità nelle situazioni tecniche frequenti nella guida off-road).
Abbiamo diviso il test in due fasi: nella prima abbiamo utilizzato l’allestimento di serie, e di conseguenza abbiamo privilegiato percorsi sterrati, anche con un certo grado di difficoltà, ma senza per questo trascurare porzioni più o meno lunghe di asfalto, che è comunque una componente essenziale del gravel biking.
Dopo cinque uscite con il set up gravel abbiamo poi adattato la Rave SLR esclusivamente all’asfalto, togliendo le coperture Vittoria e rimpiazzandole con un paio di tubeless ready Hutchinson Fusion 5 da 28 millimetri, con battistrada slick. Qualche adattamento anche sulla posizione in sella (manubrio fissato tutto a battuta sul tubo sterzo, sella alzata di pochi millimetri) ci hanno poi permesso di adattare ancora meglio la Rave SLR all’asfalto, non prima di aver sostituito anche i pedali con un paio di pedali “road”. A questo punto abbiamo iniziato a pedalare, anche a buone intensità e velocità, per vedere fin dove questa bici che nasce con uno spirito così camaleontico e poliedrico potesse effettivamente arrivare nel caso in cui la si converte all’utilizzo esclusivamente stradistico.
I risultati? Ve li spieghiamo nei dettagli nel video, ma sono sorprendenti: hanno svelato una polivalenza anche oltre le aspettative iniziali. Sugli sterrati la Rave SLR si è rivelata bici incredibilmente divertente e grintosa, perfetta per chi il ciclismo lo interpreta con una vena spiccatamente votata alle prestazioni.
Ma i risultati sono stati inaspettati anche nella seconda fase del test, che ci ha fatto scoprire una bici che riprende molto del dna racing che contraddistingue i modelli da competizione pura della Wilier Triestina, ci ha fatto assaporare tutte le possibilità di una guida che sa molto anche di bici endurance o granfondo che dir si voglia, ma con in più tutte le prerogative peculiari delle bici gravel (passaggio ruota molto generoso e grande robustezza del telaio).
Insomma, è meglio etichettare questa Rave SLR come bici gravel? Oppure è meglio chiamarla bici da corsa? Nulla di tutto questo: è meglio liberarsi da tutti questi schemi o dalle rigide classificazioni, e prendersi tutto quello che questa bici totale sa dare a chi avrà la fortuna di possederla (la versione testata costa 8300 euro e non è la più economica…), e questo sia in termini di prestazioni, ma soprattutto di divertimento.
Ulteriori informazioni: Wilier Triestina
25 ott 2021 – Riproduzione riservata – Cyclinside