10 mag 2016 – Abbiamo fatto un errore e facciamo ammenda qui, pubblicamente. Avevamo pensato che la tappa di oggi potesse essere per velocisti.
Non avevamo pensato A quella salita micidiale sul finale e nemmeno a quel diavolo di Diego Ulissi che ha fatto un numero di alto ciclismo e di forza. Roba che ci ha fatto venire in mente un tal Moreno Argentin.
Quel trampolino posto a meno di dieci chilometri dall’arrivo, 150 metri di dislivello con pendenza media del 7 per cento ha acceso una tappa che aveva già detto qualcosa lungo i due Gran Premi della Montagna che si sono fatti sentire nelle gambe dei corridori. Sole e caldo e il giorno di riposo sono una miscela esplosiva che regala sempre qualche sorpresa.
Ulissi è stato scaltro e ha corso da campione. Ha fatto lavorare la squadra sicuro delle proprie forze e poi ha piazzato la stoccata finale nel momento giusto. La salita aveva un tratto al 18 per cento e lì, certamente, il suo scatto ha fatto male al gruppo già in affanno. Ma ancora di più ha fatto male la sua spinta decisa appena dopo lo scollinamento, in quel tratto dove la strada spiana che viene voglia di tirare il fiato ma la bicicletta non va mica avanti: è ancora salita, più leggera, ma salita. Sarà stato pure un falso piano sottovalutato ma è lì, forse più che sulla salita vera, che Ulissi ha accumulato la certezza di portarsi a casa la vittoria. Il resto lo hanno fatto, ovviamente, la sua convinzione e la tenacia. Non si è voltato indietro se non all’ultimo.
Guai a voltarsi indietro in questi finali, rischi di vedere in faccia il gruppo che ti bracca e di farti prendere dal panico. Il campione non lo fa e oggi Ulissi ha corso da campione.
Applausi a lui, meritati.
Redazione Cyclinside