È solo questione di tempo e non si tratta di portare sfiga. Non può essere altrimenti. Troppi vanno in giro in città con mezzi completamente illegali. Una “bicicletta a pedalata assistita” o “e-bike” è un mezzo in cui, grazie all’azione della pedalata, si attiva un motore che supporta il ciclista e permette di affrontare percorsi più lunghi, con salite ecc con una fatica molto inferiore. A 25 chilometri orari il sistema “stacca”. Vuol dire che si può pure andare più forte, ma va fatto con le proprie gambe, il motore sarà spento. Fin qui si parla di e-bike.
In giro, invece, è esperienza comune, c’è di tutto. E-bike con motore che spinge fino e oltre i 50 all’ora, biciclette che vanno senza pedalare e così via.
Il primo errore che si fa è continuare a chiamare quei veicoli “biciclette”. Sono dei motorini elettrici. Quindi dovrebbero sottostare a obblighi di legge precisi (omologazione, casco, bollo, assicurazione, targa…) e invece sembra esserci libertà assoluta. La gravità della violazione fa notizia (!) nei rari casi di controlli di polizia con sanzioni da migliaia di euro, oltre al sequestro del mezzo. In caso di incidente l’implicazione è penale. Tra l’altro, guidare un mezzo del genere, che esce dal confine ciclistico e si espande in altro, prevede anche l’obbligo del cosiddetto “patentino” per la guida: altra violazione spesso trascurata da troppi e da minorenni con genitori compiacenti.
Sui treni Milano-Varese c’è chi sale con questi veicoli con batterie aggiuntive fermate con lo scotch, un groviglio di cavi elettrici. Questione di tempo, dicevo, che qualcosa deteriorerà e farà una scintilla e allora si maledirà un destino già scritto. Oppure qualcuno verrà falciato su strada, visto che a guidare questi veicoli non sono solo rider disperati (e la disperazione non fa meno grave una violazione) ma anche ragazzini di buona famiglia, come il discolo che vedo sfrecciare facendo lo slalom tra auto e persone fuori da scuola.
Ci sono aziende che vendono i kit per modificare le bici, fuori scrivono pure che non sono legali su strada e luoghi pubblici, ma poi si sa che siamo in Italia.
Solo, per favore, non chiamateli ciclisti che mi scoccia prendere insulti per gente che fa altro.
Grazie
Precisazioni:
Avevo pubblicato quanto scritto sopra sul mio profilo Facebook e sollevando una discussione. Vale la pena sottolineare, a scanso di equivoci, ma credevo non ce ne fosse nemmeno bisogno, che quanto scritto non vuole certamente distogliere l’attenzione dalla questione sicurezza dei ciclisti, che rimane prioritaria, ma una cosa non esclude l’altra, credo sia ovvio.
Aggiungo, a evidenza del problema, che negli USA, a seguito di episodi di batterie incendiate per vari motivi, si sta ragionando su fare delle leggi ad hoc sulle batterie. Di fatto anche episodi riportati sui social di biciclette andate in fiamme, riguardano nella totalità mezzi con batterie non omologate e certamente più economiche e “facili” di quelle originali molto costose. Ma sicure sotto tutti i punti di vista.
Vale la pena segnalare, tra l’altro, un bell’articolo scritto da Letizia Palmisano, giornalista con attenzione all’ambiente, che si è occupata della questione in questa pagina:
Bici elettriche truccate: un problema che va combattuto seriamente
Concordo in tutto, questa anarchia totale del settore bici elettriche porterà molti guai a tutti, compreso chi come me considera la bici a solo motore umano ed ha sempre affrontato sentieri e strade con il rispetto degli altri e delle regole.
Ho 67 anni e pratico mtb da trenta ma continuo a trovare la stessa soddisfazione nel fare una salita quindi è vero non chiamatele biciclette ne quelle regolari ne quelle fai da te, nessuna condanna che esistano ma non chiamiamole bici e soprattutto serve una legge molto più stringente e controlli diffusi.
Non sono d’accordo sul non chiamare biciclette le e bike regolari. Innanzitutto devi pedalare e se fai percorsi lunghi devi usare il minimo di assistenza e quindi pedalare molto , se non vuoi trovarti con la batteria scarica e rischiare di farti venire a prendere perchè, soprattutto con le e-mtb che pesano parecchio ,fare anche una leggera salita senza assistenza è impresa ardua. Io uso principalmente la bdc muscolare con cui percorro ancora 8-10.000 km l’anno nonostante i mie 69 anni, ma ,avendo un passato con la passione per la mtb uso anche una e-mtb con grande soddisfazione e divertimento(specie in discesa😉) Quando chiedo agli amici se vengono a fare un giro non dico in “motorino” ma dico in mtb xchè vi assicuro che certi percorsi e certi dislivelli mettono a dura prova le gambe anche dei più allenati nonostante l’assistenza del motore elettrico.
E soprattutto non tutti a 67 anni possono permettersi di fare ancora certi percorsi con la mtb muscolare per cui …w le BICI elettriche che ti fanno pedalare e che ti consentono di farlo anche se sei in là con gli anni. Ovviamente diverso è il discorso per quelle pseudo-bici taroccate che viaggiano a 50 kmh senza pedalare… per non parlare dei monopattini….
Infatti qui si punta il dito sulle e-bike irregolari accettate con troppa superficialità. Non certo contro quelle regolari che uso in molte occasioni con piacere e sono una grande opportunità
Concordo pienamente! Credo che la maggior parte di quelli che snobbano le e.bike non ne abbiano mai provata una ! Si tratta solo di un “rododendro” ! 😬
Non esistono biciclette elettriche o muscolari. Ci sono solo biciclette e ciclomotori, sia che la propulsione sia fornita da motore termico oppure elettrico. Chiaro che possono convivere, a patto che le biciclette fornite di motore siano a norma di legge, vale a dire bollo, assicurazione, patentino, revisione biannuale, e poi casco omologato, luci, ecc… Se una persona, per scelta o necessità sceglie un motore, non è un ciclista, e ne accetti le conseguenze. Grazie e buona pedalata a tutti.
Salve Elvio, grazie del commento. C’è una questione aperte sull’allargare la categoria e-bike anche a mezzi più potenti delle “biciclette a pedalata assistita” che vengono assimilate alle normali biciclette. Si propone una classificazione che, per farla breve, è una sorta di via di mezzo tra ciclomotore e bicicletta. In alcuni Paesi europei si è già fatto qualcosa.
La questione qui, però, riguarda quei veicoli modificati in cui non occorre nemmeno pedalare per muoversi. Non rientrerebbero neppure in questa ipotetica categoria oltre a tutto quel che consegue dai pericoli di manomissioni senza controllo.
– Guido
A livello legale hai pienamente ragione su tutto. Però apriamo gli occhi (e la mente) e dimmi che differenza c’e tra un’ebike che va a 40km/h (con freni a disco da 180/203 e pneumatici da 4 pollici) e un gruppo di ciclisti che si crede al giro e si tirano le volate a 45/50km/h sulle ciclabili (con freni a tacchetto e gomme da 23).
Questo per dire che gli insulti non li si prende a priori, li si prende in base al proprio comportamento. Poi che in domani faranno leggi sicuro ma non pensate le facciano per arginare le cose, le faranno solo per prendere soldi anche da quello.
Condivido pienamente. Aggiungerei anche che queste fantomatiche bici “elettriche” parlando dei trasporti ferroviari, prendono il posto di tre bici muscolari nelle grimagliere dei treni regionali. Ma il biglietto lo pagano? Non ho mai visti fare controlli in tal senso, ed io mi avvalgo spesso di questo tipo di trasporto. E pago anche i 4,50 di ticket. Speriamo che gli addetti ai lavori intervengano prontamente.
Guarda che è già tutto regolamentato e ci sono già i controlli, ti fermano e ti fanno entrare in un furgone in cui ci sono le apparecchiature per vedere la potenza del motore e il limite a 25kmh, chiaramente se hai un acceleratore sul manubrio non c’è bisogno di fare i controlli, te la sequestrano direttamente.