Delfinato e Tour de Suisse, sono stati come un trailer al cinema prima dell’inizio dello spettacolo principale. Te li godi perché pregusti il film per cui sei lì. In questo caso è riduttivo per due belle corse, ma si possono consolare pensando che la stessa sorte, dopotutto, è capitata, in parte, anche al più nobile Giro d’Italia. Il Tour de France è stato nominato più volte in tutte le tappe della corsa rosa in cui si proiettava il dominatore, Pogacar, alla corsa a tappe francese quasi a fare fatica a goderci l’attimo proiettandoci sempre al futuro. Un po’ una metafora della vita moderna pur nella logica di considerazioni più che legittime.
La stagione ha un fulcro: il Tour, e tutto il resto viene collocato temporalmente come prima del Tour de France e dopo il Tour de France. Quest’anno le Olimpiadi hanno spostato un po’ il centro di gravità ciclistica creando un sistema binario che tiene inevitabilmente conto dei Giochi di Parigi. Qualche corridore, come Ganna, si è liberato della gravità del Tour per lasciarsi attrarre da quella dei Giochi. Forse ha pure senso, vista la poca libertà che troppo spesso gli viene concessa all’interno del suo team. Equilibri diversi, comunque accettati e pure funzionali, visto che la sua squadra ha sempre considerato la pista come parte integrante della stagione per i suoi corridori.
Torniamo al Tour che, in questa concentrazione di eventi francesi, ha deciso di partire dall’Italia in un’occasione più unica che rara. Vederlo da vicino e capire la grandezza di un evento che è terzo solo a Olimpiadi e Mondiali di Calcio ci fa bene. Uno spot per il ciclismo di cui avevamo bisogno in Italia dove continuiamo a scoprire che promozione pazzesca possa essere una gara ciclistica importante. Se lo mettono sulle prime pagine anche dei giornali che non organizzano la corsa un motivo c’è.
A Piazzale Michelangelo, a Firenze, alla presentazione delle squadre era uno spettacolo nello spettacolo. Eravamo rimasti all’arrivo romano del Giro d’Italia e possiamo inorgoglirci pensando che anche il Tour de France abbia voluto mettere la bella Italia come sfondo della sua grandezza. E sì, non c’era il tutto esaurito nel colpo d’occhio della piazza fiorentina, ma la sfilata per le vie della città ha convinto molti a rimanere nella parte bassa, dove i corridori si vedevano pure da vicino, piuttosto che farsi la scarpinata fin su, sotto a un sole bollente e senza nemmeno la possibilità di salire in bicicletta. Qualcuno ha fatto li paragone con quella prima tappa del Giro a Venezia, blindata pure per i tifosi di qualche anno fa.
Il Tour è un’opportunità formidabile proprio per l’Italia. Prendiamo esempio.
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